L’accordo tra Italia e Libia sui migranti

Tra le questioni trattate dalla premier Meloni in Libia c’è anche il contrasto all’immigrazione illegale.
“Crediamo che si debba e si possa fare di più. Abbiamo parlato e stiamo discutendo di come potenziare gli strumenti per combattere i flussi illegali. È un tema che non riguarda solo l’Italia e la Libia ma deve riguardare l’Ue nel suo complesso”. Ha dichiarato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “La cooperazione europea verso il nord Africa è il modo strutturale per affrontare il tema delle migrazioni, consentendo alle persone di crescere e di prosperare nelle loro nazioni. È uno dei temi che il prossimo consiglio europeo affronterà: difesa della dimensione esterna, cooperazione con le nazioni del nord Africa, priorità alla rotta del Mediterraneo centrale come richiesto dall’Italia”, ha aggiunto la Presidente.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha firmato un Memorandum d’intesa per la consegna di 5 vedette finanziate dall’Ue. “Rafforziamo la cooperazione con la Libia, anche per contrastare i flussi d’immigrazione irregolare.” Ha aggiunto il ministro.

Nel 2022 i migranti e richiedenti asilo che sono arrivati in Italia via mare nel 2022 sono stati 94.599 persone, quasi 48.679 sono arrivate dalla Libia. Secondo l’Organizzazione mondiale della migrazione nel 2022 la guardia costiera ha riportato in Libia 21.457 migranti. Inoltre, la maggior parte delle imbarcazioni proviene dai territori di Haftar.

La Libia non è un porto sicuro 

Per Angelo Bonelli di Europa Verde il governo italiano “si è reso responsabile di torture e stupri ai danni dei migranti”.  “Invitiamo la Premier a leggere il rapporto choc dell’Onu a firma Guterres che svelò la detenzione arbitraria, le torture e gli stupri ai quali sono sottoposti i migranti per mano della guardia costiera libica colpevole anche di una vera e propria strage occultata di migranti fucilati. I vertici della guardia costiera libica andrebbero portati sotto processo per crimini contro l’umanità. Firmare accordi di collaborazione con dei criminali non può e non sarà mai la strada per gestire e trovare una soluzione alla questione migranti.” Ha aggiunto Angelo Bonelli. 

Da  cinque anni report dell’Onu e delle altre organizzazioni certificano continue violazioni dei diritti umani contro i migranti e i rifugiati in Libiatra cui violenze sessuali, traffico di esseri umani ed espulsioni collettive. Il 17 gennaio 2022 il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres si è dichiarato “gravemente preoccupato”. Il rapporto ONU ha ribadito che “la Libia non è un porto sicuro per lo sbarco di migranti e rifugiati” e ha ribadito la richiesta agli stati membri coinvolti di “rivedere le politiche che favoriscono gli intercettamenti in mare e il ritorno dei migranti e dei rifugiati in Libia”. Il rapporto ha anche confermato che i guardacoste libici continuano a operare con modalità che pongono in grave pericolo le vite e la salute dei migranti e dei rifugiati che cercano di attraversare il mar Mediterraneo.

Nel 2022  le Ong Adala for All, SraLi e UpRights hanno depositato un esposto alla Corte Penale Internazionale in merito ai crimini commessi in Libia tra il 2017 e il 2021 contro migliaia, migranti, rifugiati, tra cui donne e bambini, intrappolati nei centri di detenzione. L’esposto chiede alla CPI di esaminare anche le possibili responsabilità penali, non solo degli attori libici, ma anche delle autorità italiane e maltesi.

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