Venerdì i paesi del G7, l’Australia e l’Unione Europea, hanno raggiunto l’accordo sul tetto al prezzo del petrolio russo che sarà di 60 dollari al barile, a partire dal 5 dicembre.
Per l’Europa l’ha fatto sapere la presidenza ceca.
#COREPERII | ✅ Ambassadors have just reached an agreement on price cap for Russian seaborne #oil 🛢️. Written procedure follows, decision will enter into force on publication in the Official Journal. EU stays united and #StandWithUkraine. 🇺🇦🇪🇺 #EU2022CZ pic.twitter.com/92vHTFDzxV
— EU2022_CZ (@EU2022_CZ) December 2, 2022
Il prezzo massimo del petrolio russo limiterà gli aumenti di prezzo guidati da condizioni di mercato straordinarie e ridurrà drasticamente le entrate che la Russia ha guadagnato dal petrolio dopo aver scatenato la sua guerra illegale di aggressione contro l’Ucraina. Servirà inoltre a stabilizzare i prezzi globali dell’energia, mitigando nel contempo le conseguenze negative sull’approvvigionamento energetico di paesi terzi” c’è scritto nel comunicato.
Il funzionamento del meccanismo del price cap sarà rivisto ogni due mesi per rispondere agli sviluppi del mercato e sarà fissato almeno del 5% al di sotto del prezzo medio di mercato del petrolio e dei prodotti petroliferi russi, calcolato sulla base dei dati forniti dal Agenzia Internazionale dell’Energia.
Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Janet Yellen, ha dichiarato: “Insieme, il G7, l’Unione Europea e l’Australia hanno stabilito congiuntamente un limite al prezzo del petrolio russo trasportato via mare che ci aiuterà a raggiungere il nostro obiettivo di limitare la principale fonte di entrate di Putin per la sua guerra illegale in Ucraina, preservando allo stesso tempo la stabilità del approvvigionamenti energetici globali. L’annuncio di oggi è il culmine di mesi di sforzi da parte della nostra coalizione e mi congratulo con il duro lavoro dei nostri partner per raggiungere questo risultato“.
Secondo quanto riporta la Tass, il portavoce del Cremlino ha fatto sapere che la Russia non accetterà il price cap.
L’Ungheria non attuerà il price cap
L’unico paese europeo che non attuerà il price cap è l’Ungheria. Peter Szijjarto, il ministro degli esteri ungherese, ha annunciato che l’Ungheria è stata esentata dall’obbligo di rispettare il tetto massimo durante i negoziati dell’Unione europea.
“Durante i negoziati sul prezzo massimo del petrolio, abbiamo lottato duramente per gli interessi dell’Ungheria, e alla fine ci siamo riusciti: l’Ungheria è stata esonerata dal limitare il prezzo del petrolio”, ha scritto sui social.
Il ministro degli Esteri ha osservato che le autorità ungheresi stanno agendo per garantire l’approvvigionamento energetico del paese. A suo avviso, i limiti di prezzo sul petrolio russo “danneggiano soprattutto l’economia europea”.
Lunedì 5 dicembre entrerà in vigore l’embargo sul petrolio russo, ovvero il divieto del trasporto marittimo di greggio russo. Dal 5 febbraio 2023 toccherà ai prodotti petroliferi (dal 5 febbraio 2023) verso paesi terzi e la relativa prestazione di assistenza tecnica, servizi di intermediazione o finanziamento o assistenza finanziaria.
La Russia si oppone al price cap
Il vice primo ministro russo Alexander Novak ha affermato che le autorità russe stanno sviluppando misure per rifiutare di rifornire i paesi che hanno adottato un prezzo massimo per il petrolio russo.
“Consideriamo il price cap uno strumento non basato sul mercato, inefficace, che interferirà gravemente con gli strumenti di mercato e che contraddice tutte le regole, comprese quelle stabilite dall’OMC, ad esempio”, ha detto in onda su Russia 24.
Il vice primo ministro ha aggiunto che la Russia venderà petrolio e prodotti correlati a paesi che lavoreranno a condizioni di mercato “anche se dovremo ridurre un po’ la produzione”.
Immagine di copertina: Pixabay