I due principali alleati del centro destra sono divisi sulle sanzioni alla Russia.
Durante l’incontro a Cernobbio del Forum Ambrosetti, l’intervento della leader di Fdi, Giorgia Meloni, è stato pro Ucraina e pro sanzioni. “Se l’Italia si sfila dai suoi alleati, per Kiev non cambia niente ma per noi sì”. In ballo, dice la presidente di FdI, c’è una questione “di credibilità” ma anche economica, visto che l’80% dell’export avviene con i Paesi del blocco occidentale. “Se l’Ucraina cade e l’Occidente perisce, il vincitore non sarà solo la Russia di Putin ma la Cina”.
Differente è la posizione del leader della Lega, Matteo Salvini, che ha dichiarato: “L’alto rappresentante della politica estera Ue a febbraio diceva che le sanzioni avrebbero evitato che i russi venissero a fare shopping in Europa. Non mi pare sia andata così”. E ancora: “Le sanzioni ad oggi hanno comportato un surplus commerciale di 140 miliardi di dollari nelle casse russe. Il rublo non è mai stato così forte”. Solo nel finale stempera un po’: “Siamo radicati nell’Occidente – concede – Non dico di abolire le sanzioni, ma serve uno scudo europeo per non danneggiarci”.
Sabato, durante un incontro elettorale a Fano, nelle Marche, Salvini ha rimarcato la posizione della Lega: “Siamo di fronte all’unico caso al mondo in cui le sanzioni per fermare una guerra, per mettere in ginocchio un regime, per bloccare gli attacchi non danneggiano i sanzionati, ma coloro che sanzionano”. “Ci stanno rimettendo gli italiani e ci stanno guadagnando i russi: evidentemente a Bruxelles qualcuno ha sbagliato i conti” ha aggiunto.
Le sanzioni stanno funzionando? No.
A oggi chi è stato sanzionato sta guadagnando, mentre chi ha messo le sanzioni è in ginocchio.
Evidentemente qualcuno in Europa sta sbagliando i conti: ripensare la strategia è fondamentale per salvare posti di lavoro e imprese in Italia. pic.twitter.com/G2AgnTMrjB— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) September 3, 2022