Martedì 21 giugno 2021 il parlamento ungherese ha approvato la legge che contrasta la pornografia. Uno degli emendamenti prevede inoltre il divieto di diffondere contenuti ritenuti “promozionali”, che raffigurino relazioni consensuali tra persone omosessuali o che possano incoraggiare il cambiamento di genere dei minorenni.
“Al fine di garantire la protezione dei diritti dei bambini – si legge nel testo – la pornografia e i contenuti che raffigurano la sessualità fine a se stessa o che promuovono la deviazione dall’identità di genere, il cambiamento di genere e l’omosessualità non devono essere messi a disposizione delle persone di età inferiore ai diciotto anni”.
La legge, presentata da Fisdez, il partito del premier Viktor Orban, è stata approvata con 157 voti favorevoli e un solo contrario. Mentre i partiti di opposizione, tranne i neofascisti di Jobbik, hanno boicottato il voto, in segno di protesta.
“Oggi è una giornata nera per i diritti della comunità Lgbti e di tutta l’Ungheria. Come la famigerata “legge sulla propaganda” adottata anni fa in Russia, la norma adottata dal parlamento di Budapest produrrà ulteriore stigma nei confronti della comunità Lgbti e delle persone e dei gruppi loro alleati ed esporrà chi vive già in un ambiente ostile a una discriminazione ancora maggiore”, ha dichiarato David Vig, direttore generale di Amnesty International Ungheria.
“Aggiungere questi emendamenti a una proposta di legge sulla violenza contro i minori ha rivelato l’intento del governo ungherese di associare la pedofilia alle persone Lgbti”, ha aggiunto Vig.
Il deferimento alla Corte di giustizia
Un anno dopo l’avvio della procedura d’infrazione contro l’Ungheria, la Commissione europea ha deciso di deferire il paese alla Corte di giustizia. Infatti, si ritiene che la legge anti-LGBTI+ violi una serie di leggi dell’UE. Queste violazioni includono la dignità umana, la libertà di espressione, la libertà d’informazione, il diritto alla privacy e alla non discriminazione.
Le politiche discriminatorie di Orban
Viktor Orban purtroppo non è nuovo a queste leggi limitanti e discriminatorie nei confronti della comunità LGBTQ+. Nel dicembre 2020 è stato introdotto un emendamento alla Costituzione che limita il matrimonio solo tra un uomo e donna, vietando di conseguenza le adozioni alle coppie omosessuali.
A maggio 2020 è stata approvata una proposta di legge che non permette il cambio di sesso all’anagrafe. E vieta di fatto il riconoscimento giuridico alle persone transgender.