Il 3 maggio è la Giornata mondiale della libertà di stampa, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel dicembre 1993.
Per l’occasione Reporters Without Borders ha pubblicato la 20 edizione del World Press Freedom Index, che valuta lo stato del giornalismo in 180 paesi e territori.
RSF sottolinea gli effetti disastrosi che causa l’infodemia, conseguenza di uno spazio informativo online globalizzato e non regolamentato che incoraggia le fake news e la propaganda.
I paesi liberi
Norvegia, Danimarca e Svezia nella classifica generale rappresentano un modello virtuoso della libertà di espressione. La Moldova (40°) e Bulgaria (91°) si distinguono quest’anno grazie a un cambio di governo e il miglioramento della situazione per i giornalisti, nonostante gli oligarchi continuano a possedere o controllare i media. L’Italia è alla 58esima posizione, rispetto alla 41esima dell’anno scorso.
I paesi dove la situazione è pessima
Bielorussia (153°) e Russia (155°), sono sulla lista rossa dell’indice. I 10 peggiori paesi al mondo per la libertà di stampa includono Myanmar (176°), dove il colpo di stato del febbraio 2021 ha riportato la libertà di stampa indietro di 10 anni, così come Cina, Turkmenistan (177°), Iran (178°), Eritrea (179°) e Corea del Nord (180°).