L’Italia non ha una legge che tuteli le famiglie arcobaleno

Sabato a Milano si è svolta una manifestazione contro lo stop alle trascrizioni dei certificati di nascita imposto dal ministero dell’Interno e il parere negativo della Commissione politiche europee del Senato al regolamento UE sul riconoscimento del certificato di filiazione.

Alla manifestazione c’era anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha annunciato una legge già pronta per il Parlamento. “Dobbiamo convincere questo governo che le discriminazioni non hanno mai portato a un avanzamento della società” ha aggiunto Schlein.

In Italia infatti non esiste una legge che tuteli le famiglie arcobaleno. Il riconoscimento può avvenire solo per il genitore biologico. L’unico modo per ovviare a questa condizione sarebbe l’adozione, ma l’iter è lungo e complesso, seppur possibile.

Facciamo un passo alla volta dei fatti successi

Il 14 marzo il sindaco di Milano Beppe Sala ha annunciato l’interruzione delle trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie omogenitoriali in Italia. La  decisione è arrivata dopo la circolare del Prefetto che, interpellato dal ministero dell’Interno, ha invitato ad osservare una sentenza della Cassazione dello scorso dicembre in materia di trascrizione dei certificati di nascita dei figli di coppie dello stesso sesso.

La decisione riguarda migliaia di famiglie arcobaleno che in Italia  hanno fatto  ricorso all’estero (dove è consentito) alla gestazione per altri (detta anche maternità surrogata), di due madri che si sono affidate alla procreazione medicalmente assistita (ovvero la fecondazione eterologa, che per le copie omosessuali si può fare solo all’estero) e che hanno partorito in Italia. Lo stop invece non riguarda due madri, di cui una delle due ha partorito in Italia.

La bocciatura del regolamento europeo di filiazione

Martedì  la commissione Politiche europee dell’Ue del Senato ha approvato con 11 voti a favore su 18 una risoluzione della maggioranza  che indica al governo di porre il veto in Consiglio europeo sul regolamento europeo che armonizza tra gli stati membri il diritto internazionale privato e processuale in materia di filiazione.

Nella risoluzione la maggioranza sostiene che il regolamento europeo violi il principio di sussidiarietà  e di proporzionalità, poichè il regolamento vorrebbe imporre all’Italia di riconoscere una serie di diritti ai figli e ai genitori il cui rapporto di filiazione è stato riconosciuto da un altro Stato Ue.

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Immagine: Arci Gay Milano

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