Lunedì 17 ottobre il Consiglio Affari Esteri dell’Ue ha sanzionato undici persone e quattro entità in relazione al loro ruolo nella morte di Mahsa Amini e alla risposta violenta alle recenti manifestazioni nel paese. Attualmente l’elenco comprende un totale di 97 persone e 8 entità.
Tra i sanzionati figurano responsabili della polizia morale iraniana e due suoi esponenti di spicco, Mohammad Rostami e Hajahmad Mirzaei. È inserito in elenco anche Issa Zarepour, ministro iraniano delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, per la sua responsabilità nel blocco di internet. Tra gli altri ci sono anche le forze dell’ordine iraniane (LEF) e alcuni dei relativi capi locali per il ruolo assunto nella brutale repressione delle proteste.
Le misure sanzionatorie riguardano il divieto di viaggio e il congelamento dei beni. È fatto inoltre divieto ai cittadini e alle imprese dell’UE di mettere fondi a disposizione delle persone ed entità inserite in elenco. Il regime di sanzioni in materia di diritti umani in Iran prevede inoltre il divieto di esportazione verso l’Iran di attrezzature che potrebbero essere usate a fini di repressione interna e di attrezzature per il monitoraggio delle telecomunicazioni.
La risposta dell’Iran non si è fatta attendere. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nassen Kanani ha fatto sapere che l’Iran interverrà a sua volta «sanzionando individui ed entità rilevanti europee» perché per Teheran «le sanzioni violano il diritto internazionale» e sono «una palese interferenza negli affari interni dell’Iran». Per il ministro degli Esteri iraniano le sanzioni europee si basano sulla disinformazione.
Down a well-worn path of ineffective sanctions, the EU today adopted further superfluous sanctions on Iranian persons. It is an unconstructive act out of miscalculation, based on widespread disinformation. Riots and vandalism are not tolerated anywhere; Iran is no exception.
— H.Amirabdollahian امیرعبداللهیان (@Amirabdolahian) October 17, 2022
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immagine di copertina: Today.it