In due anni, Greenpeace con il progetto Mare Caldo, ha effettuato 535 misurazioni delle temperature marine in diversi punti della penisola. Dai dati raccolti è emerso che la temperatura del mare è salita in tutta Italia, anche in profondità.
Il progetto, realizzato con il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita (DiSTAV) dell’Università di Genova, partner scientifico, e il laboratorio tecnico ElbaTech, evidenzia come l’aumento delle temperature stia portando drastici cambiamenti della biodiversità marina, dalla scomparsa delle specie più sensibili caratteristiche del nostro mare all’invasione di altre, spesso aliene, che meglio si adattano a un mare sempre più caldo.
Il confronto dei dati del 2021 con l’anno precedente ha permesso di individuare un’anomala e repentina “ondata di calore” a giugno 2020 all’Isola d’Elba e all’AMP di Portofino, con temperature che in pochi giorni e per un periodo di tre settimane hanno registrato un aumento di circa 1,5°C rispetto al valore medio mensile, fino a 35-40 metri di profondità.
Le conseguenze sulle specie marine
Gli shock termici sono dannosi per gli organismi sensibili come le gorgonie, che possiamo definire “i coralli” del Mediterraneo. Esattamente come avviene ai coralli tropicali che “sbiancano”, anche diverse specie mediterranee mostrano evidenti segnali di necrosi con conseguente mortalità delle colonie a causa dell’aumento delle temperature.
I maggiori segnali di sofferenza sono stati registrati sulle gorgonie rosse, bianche e gialle della AMP di Capo Carbonara (Sardegna). A sbiancarsi sono anche le alghe corallinacee incrostanti, particolarmente colpite da questo fenomeno nelle AMP di Torre Guaceto (Puglia) e Capo Carbonara, e il madreporario mediterraneo Cladocora caespitosa.
Mentre alcune specie muoiono, altre proliferano: come il vermocane (Hermodice carunculata), aumentato in modo considerevole nelle AMP più meridionali, o di alcune specie aliene, come il mollusco cefalospideo alieno di origine polinesiana (Lamprohaminoea ovalis), osservato per la prima volta all’isola d’Elba durante i monitoraggi del progetto, segnalazione più settentrionale nel Mediterraneo per questa specie.
Immagine di copertina: greenpeace.org
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