Meena Keshwar Kamal, la fondatrice del movimento di resistenza delle donne afgane

Meena Keshwar Kamal nasce a Kabul (Afghanistan) nel 1957, due anni prima che le donne afghane ottenessero la libertà di mostrarsi senza velo in pubblico. 
Dopo aver terminato la scuola, Meena frequenta l’università a Kabul, sfidando i reazionari misogini che a quel tempo gettavano l’acido sui volti delle ragazze che si recavano a studiare. 

Meena durante quegli anni riceve diverse pressioni affinchè si decida a sposarsi. Lei accetta, ma solo a determinate condizioni: che continui a studiare, e a svolgere le sue attività politiche e professionali. Dopo una vasta ricerca riesce a trovare marito, Faiz Ahmad, un giovane radicale. 

Nel 1977 Meena fonda il movimento Associazione rivoluzionaria delle donne afgane. Inizialmente le donne si riuniscono in segreto per evitare pressioni pubbliche e da parte dei familiari . Meena e le altre ragazze attiviste infondono fiducia e coraggio alle donne, incoraggiandole a sottrarsi alla dipendenza degli uomini e alle regole patriarcali. 

Nel 79, tre mesi dopo la rivoluzione di Saur, molte donne si riuniscono davanti ai cancelli della prigione dove sono  rinchiusi i dissidenti politici. Le donne desiderose di ritrovare i loro compagni e mariti entrano in queste celle deserte e scoprono delle latrine dove sono sepolti i carcerati. Mentre le donne scavano per trovare i cadaveri dei loro mariti, i soldati aprono il fuoco. Da allora l’associazione Rawa è uscita allo scoperto.

Meena incinta di sette mesi, assiste  all’arresto del marito. Affida la figlioletta a una famiglia e lei fugge in Pakistan. Poi l’anno seguente torna in Afghanistan dove fonda la rivista bilingue messaggio della donna. 

Meena diventa bersaglio del regime. Con documenti falsi riesce a fuggire in Pakistan, e a lavorare nei campi profughi, promuovendo corsi di alfabetizzazione per donne e ragazze. 

Nell’86 il marito viene ucciso dal regime, ma Meena continua a lavorare  e a svolgere le attività politiche fino a febbraio 1987, fino alla sua sparizione e alla sua uccisione.

Rawa, nonostante tutto,  ha continuato e continua a lottare per i diritti delle donne in Afghanistan. 

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Immagine di copertina: http://www.rawa.org/

 

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