Oltre all’emergenza umanitaria che colpisce migranti e rifugiati ai confini con l’Europa, si aggiunge il dramma di centinaia di minori non accompagnati e con le loro famiglie bloccati sulla rotta balcanica.
I controlli stringenti e i respingimenti sia ai confini esterni dell’Unione Europea che a quelli interni, hanno determinato un aumento di violenze e abusi nei confronti dei minori e degli altri soggetti più vulnerabili– denuncia Save The Children, l’organizzazione internazionale che da 100 anni difende i diritti dei bambini.
“I respingimenti dei migranti, tra cui quelli dei minori non accompagnati e delle famiglie con bambini, non avvengono solo ai confini esterni dell’Unione Europea ma anche alle frontiere tra i Paesi Membri, come nel caso dei confini tra Italia e Slovenia, e tra Slovenia e Croazia, tra gli altri,” ha dichiarato Anita Bay Bundegaard, Direttrice di Save the Children Europe. “È urgente che l’Unione Europea e gli Stati Membri mettano fine ai respingimenti illegali e diano priorità alla protezione dei minori nelle aree di frontiera, garantendo un corretto accertamento dell’età, protezione e sicurezza per i minori, e consentano un meccanismo regolare e indipendente per la denuncia delle violazioni che sia loro accessibile.”
Le pratiche di respingimento dell’Italia alla frontiera con la Slovenia violano la Legge Zampa in materia di protezione dei minori non accompagnati
A preoccupare le organizzazioni della società civile sono le violenze e gli abusi che i minori non riconosciuti rischiano al confine tra l’Italia e la Slovenia, anche se è solo il primo tassello di una catena di respingimenti che riporta migranti e rifugiati dall’Italia in Bosnia.
Secondo i dati ufficiali diffusi a settembre 2020, nel corso dell’anno l’Italia ha quadruplicato le riammissioni dall’Italia alla Slovenia, sulla base dell’accordo bilaterale del 1996 (recentemente considerato illegittimo), arrivando ad effettuarne 962 da gennaio a fine settembre 2020, a fronte di 250 nell’analogo periodo dell’anno precedente. Il trend appare confermato dai dati diffusi recentemente da reti e organizzazioni della società civile, che riportano 1.240 respingimenti tra il 1 gennaio e il 15 novembre 2020.
A preoccupare le organizzazioni sono principalmente due direttive inviate il 31 agosto e il 21 dicembre 2020 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Trieste alla polizia di frontiera. In contrasto con la Legge Zampa le direttive autorizzano in via generale la polizia a considerare come maggiorenni i migranti intercettati al confine Italia-Slovenia che si dichiarano minorenni, rispetto ai quali la polizia stessa non abbia alcun dubbio circa l’età adulta, senza il vaglio giurisdizionale richiesto dalla legge.
In altre parole si lascia all’Autorità di sicurezza la piena discrezionalità circa l’attribuzione dell’età anagrafica ai migranti e rifugiati sottoposti a controlli in frontiera, in totale violazione della Legge Zampa che prevede che l’accertamento sia svolto tramite documenti o analisi socio sanitarie, nell’ambito di un’Autorità giudiziaria minorile.
Per questo motivo le organizzazioni Amnesty International Italia, Asgi, Centro Astalli, CeSPI, CNCA, Consiglio Italiano per i Rifugiati – CIR, Defence for Children International Italia, Emergency, INTERSOS, Oxfam Italia, Salesiani per il Sociale, Save the Children Italia, SOS Villaggi dei bambini e Terre des Hommes auspicano che Il Ministero dell’Interno, la Procura presso il Tribunale per i minorenni di Trieste e le altre autorità competenti adottino tutte le misure necessarie affinché: cessino definitivamente le riammissioni illegali alla frontiera italo-slovena nei confronti di richiedenti asilo e migranti, compresi i minorenni; siano pienamente applicate le norme previste dalla Legge Zampa sulla protezione dei minori non accompagnati, con particolare riferimento all’accertamento dell’età e al divieto assoluto di respingimento.
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Immagine di copertina: intersos.org