Migranti, il Mediterraneo è la rotta più pericolosa

Dal 2014 si stima che oltre 26.000 persone abbiano perso la vita a pochi chilometri dalle coste europee nel tentativo di attraversare il Mediterraneo e raggiungere le coste europee.
L’ultima strage  è avvenuta la mattina del 26 febbraio, a largo delle coste di Cosenza, dove hanno perso la vita 88 persone, tra cui molti bambini. Il bilancio purtroppo è destinato ad aumentare.

Mediterraneo centrale 

La rotta del Mediterraneo centrale è caratterizzata dai flussi migratori che derivano prevalentemente dalle coste libiche e tunisine.

Nel 2022, Alarm Phone è stato allertata su 673 imbarcazioni in difficoltà nella regione del Mediterraneo centrale. Alla luce di 27 casi di soccorso nel 2018, 101 nel 2019, 173 nel 2020 e 407 nel 2021, il 2022 è stato di gran lunga l’anno più impegnativo in questa regione.
Circa 105.000 persone sono arrivate attraverso la rotta del Mediterraneo centrale, un aumento considerevole rispetto alle 67.500 persone arrivate nel 2021, alle 34.000 nel 2020 e alle 11.500 nel 2019.

Decine di migliaia di persone non sono riuscite a raggiungere l’Europa, sono state rapite in mare e riportate nei luoghi da cui avevano cercato di fuggire, a causa della sistematica mancanza di assistenza alle imbarcazioni in pericolo. L’ OIM stima che 1.377 persone siano morte o scomparse nel Mediterraneo centrale nel 2022 – ovviamente una sottostima poiché molte morti e sparizioni non vengono mai contabilizzate.

Sempre secondo l’OIM Missing Migrants Project, dall’inizio dell’anno più 331 persone sono morte o sono scomparse lungo la rotta del Mediterraneo centrale.

Nel 2017 il governo italiano ha sottoscritto un accordo con le autorità libiche che regola tutt’oggi la politica tra i due paesi in tema d’immigrazione e sbarchi, nella fattispecie l’Italia addestra ed equipaggia le autorità libiche, mentre quest’ultime intercettano le persone in mare e le riportano in Libia nei centri di detenzione dove subiscono torture e stupri.

Mediterraneo orientale 

La rotta del mediterraneo orientale è la seconda opzione via mare per consistenza dei flussi. Nel 2022 quasi 16.000 persone sono arrivate in Italia attraverso questa rotta secondo i dati forniti dall’UNHCR. Le partenza avvengono principalmente dalla Turchia. Nel 2022, il Libano, a causa della grave situazione economico-finanziaria nazionale, si è attestato quale nuovo Paese di partenza. In Italia, uno dei paesi di ingresso in Europa nel Mediterraneo, si registra un trend in aumento del flusso verso le coste di Calabria, Puglia e Sicilia, dove  vengono utilizzati vari tipi di imbarcazioni, prevalentemente barche a vela e da diporto, che alimentano i cc.dd. “sbarchi occulti”.

Nonostante l’esternalizzazione del controllo delle frontiere, la continua criminalizzazione delle Ong e la limitazione alle loro azioni di salvataggio, come dimostra l’ultimo decreto del governo Meloni, le persone continuano a a fuggire attraverso il mare. I corpi di persone che affiorano dal mare mostrano il fallimento delle politiche europee e invocano nuove misure urgenti.

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Naufragio davanti le coste di Crotone 

Il decreto Ong è legge 

Fonti

https://alarmphone.org/

https://data.unhcr.org/

https://www.iom.int/

https://www.sicurezzanazionale.gov.it/

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