Migranti, la strage degli innocenti

All’alba del 26 febbraio, al largo di Steccato di Cutro, a una ventina di chilometri da Crotone, un barcone stracolmo di migranti si è spezzato in due a causa delle  cattive condizioni del mare. Il drammatico bilancio delle vittime è salito a 93, di questi 35 sono minori , di cui 25 quelli compresi nella fascia d’età tra 0 e 12 anni. Ci sarebbero ancora almeno 8 dispersi.

Nel frattempo di molte persone rimangono le tracce che il mare ha lasciato sulla spiaggia come un Corano, uno scaldino, una tutina per bambini e dei peluche.

Vincenzo Luciano, pescatore, è stato il primo ad arrivare e a soccorrere i migranti naufragati sulla spiaggia di Steccato. “Quando ho sentito delle urla mi sono avvicinato, ho acceso la luce del telefonino, era un disastro. C’erano corpi uno sopra l’altro, c’era dieci, quindici corpi. Cercavo di tirali fuori dalla risacca, ma il mare era forte. Li ho legati a delle cinta che avevano, io e il mio amico li abbiamo tirati fuori.”

Vincenzo racconta quando ha preso in braccio un bambino che aveva ancora gli occhi aperti, ma arrivati sulla battigia era già morto. “Ancora adesso non riesco a dormire, la notte mi sveglio perchè ho l’immagine di quel bambino…” racconta Vincenzo a Fanpage.

Giovedì 2 marzo è giunto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a rendere omaggio alle salme dei naufraghi. Ad oggi è stato l’unico rappresentante dello Stato.

 

 

Molti si chiedono se poteva essere evitata la strage. Non sta a noi dirlo, ma alla giustizia che sta indagando. Ognuno farà i conti con la propria coscienza, sempre ammesso che ne abbiano una.

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