Morire sotto il caldo in condizioni disumane e per pochi euro

In  24  ore sono morti due giovani,  mentre lavoravano in condizioni disumane e per pochi euro, sotto un’afa insopportabile. Succede anche questo nella “civilissima” Italia 2021, dove ormai i politici più che occuparsi dei problemi del Paese, pensano a fare gli influencer  sui social.

Fantamadi Camara, 27 anni, originario del Mali, giovedì pomeriggio è stato stroncato da un malore, dopo quattro ore di lavoro nei campi, sotto un caldo torrido. Il ragazzo era arrivato da poco in Puglia  e  lavorava nei campi per 6 euro all’ora.

Dopo la morte di Fantamadi, il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, ha vietato il lavoro nei campi nelle ore più calde. Lunedì scorso anche il sindaco di Nardò (Lecce), Pippi Melone, tenendo conto del rischio di esposizione alle temperature calde, ha vietato il lavoro nei campi su tutto il territorio comunale, dalle ore 12:30 alle 16:00. Sabato, nel tardo pomeriggio,  è intervenuto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, con  un’ordinanza che prevede il divieto di lavorare nei campi nelle ore più calde della giornata fino al 31 agosto.

Antonio Valente, 35 anni di Miggiano, è morto mentre distribuiva i volantini sotto un caldo insopportabile. Anche lui tanto lavoro, pochi soldi e poche tutele come Fantamadi. Il sindaco e i concittadini lo ricordano come una persona che nel lavoro non si risparmiava mai.

L’Italia è piena di storie di sfruttamento e di tragedie di persone che pur di guadagnare un tozzo di pane per la propria famiglia ci hanno rimesso la  vita sui posti di lavoro. Una realtà che cozza con la sgradevole narrazione de “il lavoro c’è, ma non si trovano i lavoratori”, che quasi giornalmente ci propinano  giornali, telegiornali  e qualche imprenditore e politico.

Una delle tante emergenze  di questo paese è il lavoro e le sue tutele. Proposte di lavoro e collaborazioni gratuite o sottopagate sono all’ordine del giorno. Sono la normalità. Ma tutti ciò non è normale. E’ arrivato il momento di mettere fine a queste  gravissime distorsioni e la politica in primis ha il dovere di farsene carico.

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Immagine di copertina: www.globalist.it



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