Myanmar, le proteste pacifiche contro il colpo di stato

Dopo il colpo di stato militare in Myanmar, da qualche giorno, sono iniziate le proteste pacifiche contro il regime. La prima protesta si è svolta a Mandalay, dove i manifestanti  hanno chiesto il rilascio di tutti i detenuti e la fine del regime militare.

Venerdì a Yangon, la città più grande del paese, centinaia di docenti e studenti universitari hanno manifestato contro il colpo di stato militare e chiesto il rispetto dei risultati dell’elezioni di novembre.

Alla campagna di disobbedienza civile si sono aggiunti anche altri dipendenti pubblici come medici, infermieri, insegnanti e funzionari di alcuni ministeri.

Nella quarta notte consecutiva di manifestazioni, in tutte le città del paese, a partire dalle ore 20:00, i cittadini come segno di protesta hanno colpito qualche oggetto per fare rumore.

La polizia ha arrestato diversi manifestanti, e da quanto si apprende da Myanmar now, la repressione è in corso. Il regime ha tagliato tutte le linee di internet, e ha reso inaccessibili i social media.

La Lega Nazionale per la democrazia (LND), il partito che ha vinto le elezioni dell’8 novembre 2020, ha rilasciato una dichiarazione affinchè la comunità internazionale si mobiliti e prenda una posizione forte contro la repressione delle proteste.

[aggiornamento] Domenica 7 febbraio 2021 

Migliaia di manifestati si sono riversati per la strada  contro il colpo di stato. La polizia ha iniziato a sparare colpi in aria,  a Myawaddy, vicino il confine tailandese, per disperdere la manifestazione.

[lunedi 8 febbraio 2021]

La legge marziale

Nel terzo giorno di proteste, il regime militare ha decretato la legge marziale in molte zone di Mandalay. Agli abitanti sarà vietato di protestare e riunirsi in gruppi di più cinque persone. Inoltre,  è previsto il coprifuoco dalle 8 pm alle 4 am.

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Immagine di copertina: account Twitter Myanmar Now 

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