Secondo gli ultimi dati dalla Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), nel 2020 la spesa militare globale è salita a 1,981 miliardi di dollari, con un aumento del 2,6% in termini reali dal 2019.
La società civile chiede un taglio del 10% e il trasferimento delle risorse alla lotta contro la pandemia e per la ripresa economica.
La spesa militare nel mondo è aumentata
Nonostante la pandemia, per il Sipri nel 2020 la spesa militare mondiale è aumentata del 2,6%, raggiungendo la cifra record di 1.981 miliardi di dollari, cioè oltre 5,4 miliardi dollari al giorno. I cinque Paesi che nel 2020 hanno speso di più sono stati: Stati Uniti, Cina, India, Russia e Regno Unito. Il Sipri evidenza che solo bilancio militare complessivo dei paesi della NATO ammonta a circa 1.103 miliardi di dollari, cioè il 56% della spesa militare globale.
Gli Stati Uniti
Nel 2020 la spesa militare degli Stati Uniti ha raggiunto circa 778 miliardi di dollari, pari a un aumento del 4,4% rispetto al 2019. Gli Stati Uniti hanno rappresentato il 39% della spesa militare totale nel 2020.
I recenti aumenti delle spese militari possono essere principalmente attribuiti a ingenti investimenti in ricerca e sviluppo e a diversi progetti a lungo termine come la modernizzazione dell’arsenale nucleare statunitense e l’approvvigionamento di armi su larga scala”, ha affermato Alexandra Marksteiner, ricercatrice di SIPRI’s Arms. “Ciò riflette le crescenti preoccupazioni sulle minacce percepite da concorrenti strategici come Cina e Russia, nonché la spinta dell’amministrazione Trump a rafforzare quello che considerava un esercito statunitense impoverito”.
La Cina
La Cina ha aumentato la spesa militare per il 26esimo anno consecutivo. Gran parte delle risorse sono state investite nei piani di espansione e modernizzazione militare a lungo termine del paese, in linea con la volontà di mettersi al passo con altre importanti potenze militari.
Il resto del mondo
La spesa militare della Russia è aumentata del 2,5% nel 2020, raggiungendo i 61,7 miliardi di dollari. Questo è stato il secondo anno consecutivo di crescita. Tuttavia, la spesa militare effettiva della Russia nel 2020 è stata del 6,6% inferiore al suo budget militare iniziale, un deficit maggiore rispetto agli anni precedenti.
Il Regno Unito ha speso il 2,9 per cento in più delle risorse rispetto al 2019. La Germania ha aumentato la sua spesa di 5 .2 %, mentre la spesa militare in Europa è aumentata del 4%.
Per quanto riguarda l’Italia, secondo Sipri nel 2020 la spesa è stata di 28,9 miliardi di dollari (+7,5% rispetto al 2019). La spesa previsionale è di circa 25 miliardi (quasi due miliardi in più) con oltre 7 miliardi di euro destinati all’acquisto di nuovi sistemi d’arma.
Oltre alla Cina, l’India ($ 72,9 miliardi), il Giappone ($ 49,1 miliardi), la Corea del Sud ($ 45,7 miliardi) e Australia ($ 27,5 miliardi) hanno registrato un importante crescita delle spese militari.

La richiesta della società civile
In questi giorni è in corso la Global Campaign on Military Spending, promossa dall’International Peace Bureau (IPB, Premio Nobel per la Pace 1910) e rilanciata nel nostro Paese dalla Rete Italiana Pace e Disarmo. L’obiettivo principale è chiedere lo spostamento di fondi (almeno il 10% annuo) dai bilanci militari verso altri obiettivi: la lotta contro la pandemia da Covid-19 e il rimedio alle crisi sociali e ambientali che colpiscono vaste aree del mondo.
“In quest’anno in cui tutti i popoli del mondo hanno sofferto per le conseguenze della pandemia, gli Stati hanno continuato a spendere infinitamente più per le armi e la militarizzazione che per i bisogni delle persone – sottolinea Lisa Clark, co-presidente internazionale di IPB e attivista della RIPD – Globale è la pandemia, globale è la crescita delle spese militari, ma globale è anche la campagna lanciata da IPB: le prime conferenze stampa sono già avvenute in Nuova Zelanda e poi nelle Filippine; in queste ore tocca agli Stati europei; la giornata di Azione Globale contro le spese militari si concluderà poi negli Stati Uniti e in America Latina”.
Immagine di copertina: Rete Italiana Pace e Disarmo