Il 30 dicembre Sogin, la società di Stato incaricata del decommissioning degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, ha avuto il nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, per la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) al deposito, fino a poco tempo fa, protetta dal segreto di Stato.
La pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee è il primo step di un percorso condiviso e partecipato che porterà a individuare il sito dove realizzare il Deposito Nazionale e il Parco Tecnologico.
Il Deposito Nazionale e il Polo Tecnologico
Il Deposito Nazionale sarà un’infrastruttura che permetterà di sistemare definitivamente in sicurezza i rifiuti radioattivi, oggi stoccati all’interno di decine di depositi temporanei presenti nel Paese, prodotti dall’esercizio e dallo smantellamento degli impianti nucleari e dalle quotidiane attività di medicina nucleare, industria e ricerca.
Il Deposito Nazionale sarà costituito dalle strutture per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività e da quelle per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi a media e alta attività, che dovranno essere successivamente trasferiti in un deposito geologico idoneo alla loro sistemazione definitiva.
Insieme al Deposito Nazionale sarà costituito un Parco Tecnologico, centro di ricerca applicata e di formazione nel campo del decommissioning nucleare, della gestione dei rifiuti radioattivi e della radioprotezione, oltre che della salvaguardia ambientale. Il Parco Tecnologico rappresenterà una reale integrazione con il sistema economico e di ricerca, contribuendo ulteriormente allo sviluppo sostenibile del territorio nel quale sorgerà- si legge sul sito depositonazionale.it.
Le tappe della localizzazione
Le tappe che porteranno all’approvazione di un documento condiviso, partecipato e definitivo sono le seguenti: definizione dei criteri, avvio di una consultazione pubblica, seminario nazionale, e approvazione CNAI.
I criteri per la localizzazione dei 67 siti potenzialmente idonei
La guida tecnica n. 19 redatta dall’ISPRA descrive i criteri con cui viene individuato un sito idoneo a localizzare un impianto di smaltimento dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività.
I criteri indicati dalla guida tecnica n. 19 fanno riferimento alle raccomandazioni elaborate dagli organismi internazionali, in particolare dalla IAEA:
- stabilità geologica, geomorfologica ed idraulica dell’area al fine di garantire la
sicurezza e la funzionalità delle strutture ingegneristiche da realizzare secondo
barriere artificiali multiple; - confinamento dei rifiuti radioattivi mediante barriere naturali offerte dalle
caratteristiche idrogeologiche e chimiche del terreno, atte a contrastare il possibile
trasferimento di radionuclidi nella biosfera; - compatibilità della realizzazione del deposito con i vincoli normativi, non
derogabili, di tutela del territorio e di conservazione del patrimonio naturale e
culturale; - isolamento del deposito da infrastrutture antropiche ed attività umane, tenendo
conto dell’impatto reciproco derivante dalla presenza del deposito e dalle attività
di trasporto dei rifiuti; - isolamento del deposito da risorse naturali del sottosuolo;
- protezione del deposito da condizioni meteorologiche estreme.
Avvio di una consultazione pubblica
Individuati i criteri di localizzazione, ottenuto il nulla osta del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente, pubblicata la Carta Nazionale dei siti potenzialmente interessati, inizierà la fase di consultazione pubblica della durata di 60 giorni, in cui le Regioni, gli enti locali e tutti i soggetti portatori di interesse qualificati potranno formulare osservazioni e proposte tecniche.
Seminario Nazionale
Entro 120 giorni dall’avvio della consultazione pubblica si svolgerà il Seminario Nazionale, un momento di confronto in cui saranno invitati a partecipare i portatori di interesse qualificati per approfondire tutti gli aspetti tecnici relativi al Deposito Nazionale e Parco Tecnologico e alla rispondenza delle aree individuate ai requisiti della Guida Tecnica n. 29 dell’ente di controllo ISPRA (oggi ISIN). Saranno inoltre approfonditi gli aspetti connessi alla sicurezza dei lavoratori, della popolazione e dell’ambiente e i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione dell’opera.
Approvazione CNAI
In base alle osservazioni emerse durante la consultazione pubblica e il Seminario Nazionale, Sogin elaborerà una proposta di CNAI, Carta Nazionale delle Aree Idonee. Il Ministero dello Sviluppo Economico approverà, su parere tecnico dell’ente di controllo ISIN, la versione definitiva della CNAI, che sarà il risultato dell’applicazione dei criteri di localizzazione e dei contributi emersi e concordati nelle diverse fasi della consultazione pubblica. Pubblicata la CNAI, si avvierà la fase di concertazione finalizzata a raccogliere le manifestazioni di interesse da parte delle Regioni e degli enti locali nei cui territori ricadono le aree idonee
Le 67 aree potenzialmente idonee, da Nord a Sud
Piemonte: 8 zone tra le province di Torino e Alessandria (Comuni di Caluso, Mazzè, Rondissone, Carmagnola, Alessandria, Quargento, Bosco Marengo e così via)
Basilicata- Puglia: 17 zone tra le province di Potenza, Matera, Bari, Taranto (comuni di Genzano, Irsina, Acerenza, Oppido Lucano, Gravina, Altamura, Matera, Laterza, Bernalda, Montalbano, Montescaglioso)
Sardegna: 14 aree tra le zone in provincia di Oristano (Siapiccia, Albagiara, Assolo, Usellus, Mogorella, Villa Sant’Antonio, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Turri, Pauli Arbarei, Ortacesus, Guasila, Segariu, Villamar, Gergei e altri)
Sicilia: 4 aree nelle province di Trapani, Palermo, Caltanissetta (Comuni di Trapani, Calatafimi, Segesta, Castellana, Petralia, Butera).
La contrarietà dei presidenti di Regione, associazioni, politici e cittadini delle zone interessate
La notizia di queste 67 aree ha messo sul “piede di guerra” i cittadini, le associazioni e i politici delle aree interessate. Tra i primi c’è il sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, lucana, Mirella Liuzzi :” La nostra regione ed il nostro territorio hanno già dato essendo coinvolti largamente nelle estrazioni petrolifere ed ospitando ben due siti di pre-raffinazione, uno in Val D’Agri e uno nella Valle del Sauro. In più, la Basilicata già ospita un deposito di scorie nucleari situato all’ITREC di Rotondella. Inoltre, la provincia di Taranto ha già drammi ambientali che non possono essere trascurati. Il territorio materano, per sua conformazione peculiare e per la sua attrattività turistica, non può essere un sito idoneo allo stoccaggio. Sono certa che tutto ciò emergerà dai documenti che tutte le associazioni, gli enti e i cittadini potranno inviare e sarò al fianco dell’amministrazione comunale di Matera per aiutare a redigere e compilare materiale.”
Il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano “La nostra contrarietà a questa opzione è ferma e netta. Il nostro modello di sviluppo è improntato sulla tutela dell’ambiente e della salute”.
Poi c’è anche la dichiarazione del consigliere Pd della Regione Puglia, Gianfranco Lopane: “Apprendiamo questa mattina della pubblicazione della Mappa (finora secretata) dei depositi nucleari sul territorio italiano: 67 siti atomici individuati da Sogin per lo stoccaggio di rifiuti radioattivi. Tra questi ci sarebbe Laterza e altri comuni murgiani e lucani. Non è sufficiente una consultazione pubblica di appena 60 giorni. Il nostro fin da ora è un secco NO! Come 17 anni fa ci opponemmo all’individuazione del sito di Scanzano Jonico, allo stesso modo ci contrapporremo con fermezza a questa ipotesi che riguarda i nostri territori. Vi terrò aggiornati sugli sviluppi e sulla mia azione in questo senso.”
Il consigliere M5S della Regione Puglia, Marco Galante ha dichiarato: “A partire da oggi ci sarà una consultazione pubblica per due mesi, per poi avviare nei successivi 4 mesi il seminario nazionale che vedrà un dibattito tra esperti di tutti i settori, enti locali, associazioni di categoria, sindacati e università in cui saranno esaminati diversi i diversi aspetti della questione, e che porterà alla formazione della Carta Nazionale Aree Idonee, che verrà nuovamente sottoposta ai Ministeri competenti. Non ci saranno decisioni calate dall’alto.”
Il Presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas: “La Sardegna ha già pagato fin troppi tributi alla solidarietà nazionale verso lo Stato italiano: dal disboscamento dei 4/5 del proprio patrimonio arboreo per lo sviluppo delle reti ferroviarie della Penisola e per l’industria del carbone, soprattutto toscana, fino ad oltre il 60% delle servitù militari del Paese sul proprio territorio, senza trascurare le servitù industriali ed ambientali della chimica di stato, ancora in attesa di bonifiche. E non possiamo certo dimenticare il tributo di sangue pagato in misura enorme, sproporzionata rispetto al resto d’Italia, da intere generazioni di giovani sardi andati a morire sui fronti del Carso, del Monte Zebio o della Bainsizza nella Grande guerra un secolo fa.”
Anche il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha dichiarato che la regionesi opporrà con tutte le sue forze ad ogni ipotesi di ubicazione nel proprio territorio del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.
Inoltre, poche ore fa, è stata attivata una petizione per dire no alle scorie nucleari in Puglia e Basilicata.