Parlamento europeo: l’Ungheria di Orban non è una democrazia

Giovedì 15 settembre, il Parlamento europeo ha approvato un rapporto in cui condanna “gli sforzi deliberati e sistemici del governo ungherese contro i valori Ue”. La relazione è stata approvata con 433 voti favorevoli, 123 contrari e 28 astenuti. I gruppi ID ed ECR, che raggruppano gli europarlamentari di Lega e Fratelli d’Italia, hanno votato contro. 

Per l’Europarlamento la mancanza di un’azione decisa dell’UE ha contribuito all’emergere di un “regime ibrido di autocrazia elettorale”, ovvero un sistema costituzionale in cui si svolgono le elezioni, ma il rispetto delle norme e degli standard democratici è assente.

In particolare gli eurodeputati si dicono preoccupati per il funzionamento del sistema costituzionale ed elettorale, l’indipendenza della magistratura, la corruzione, i conflitti di interesse e la libertà di espressione, compreso il pluralismo dei media. A questi si aggiungono anche la libertà accademica, la libertà di religione, la libertà di associazione, il diritto alla parità di trattamento, compresi i diritti LGBTIQ, i diritti delle minoranze, nonché quelli dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati, sono problematici.

Cosa chiedono  gli eurodeputati

Gli eurodeputati premono affinchè l’Ue proceda con l’applicazione dell’articolo 7 del Trattato sull’Unione Europea*. Inoltre esortano la Commissione a utilizzare appieno tutti gli strumenti a sua disposizione e, in particolare, il regolamento sulla condizionalità di bilancio .
In un momento in cui i valori dell’UE sono particolarmente minacciati dalla guerra russa contro l’Ucraina e dalle sue azioni anti-UE, chiedono inoltre alla Commissione di: astenersi dall’approvare il piano ungherese RRF fino a quando l’Ungheria non avrà pienamente rispettato tutte le raccomandazioni pertinenti del semestre europeo e applicato tutte le pertinenti sentenze della Corte di giustizia dell’UE e della Corte europea dei diritti dell’uomo; escludere dal finanziamento quei programmi di coesione che contribuiscono all’uso improprio dei fondi dell’UE o alla violazione dello Stato di diritto; e applicare il regolamento sulle disposizioni comuni e il regolamento finanziario in modo più rigoroso al fine di contrastare qualsiasi uso improprio dei fondi dell’UE per motivi politici.

La relatrice Gwendoline Delbos-Corfield (Verdi/ALE, FR) ha dichiarato: “Le conclusioni di questa relazione sono chiare e irrevocabili: l’Ungheria non è una democrazia.
Era più che mai urgente che il Parlamento prendesse questa posizione, considerando il ritmo allarmante con cui lo Stato di diritto sta arretrando in Ungheria. Oltre a riconoscere la strategia autocratica di Fidesz, l’ampia maggioranza dei deputati che sostiene questa posizione al Parlamento europeo non ha precedenti. Ciò dovrebbe essere un campanello d’allarme per il Consiglio e la Commissione”.

 

*L’articolo 7 del Trattato sull’Unione europea prevede la possibilità di sospendere i diritti di adesione all’Unione Europa in caso di violazione grave e persistente da parte di un paese membro dei principi sui quali poggia l’Unione, come la libertà, la democrazia, il rispetto dei diritti dell’uomo, le libertà fondamentali e lo stato di diritto. 

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