La Transnistria, o Repubblica Moldava di Pridniestrov, è una regione separatista filorussa della Moldavia, al confine con l’Ucraina. Si tratta di una piccola realtà che si è autoproclamata indipendente nel 1992, ma non è stata riconosciuta dall’Onu. Nel 2014 il governo della Transnistria chiese di entrare a far parte della Russia, in seguito all’annessione della Crimea.
In queste ore la Transinistria sta subendo degli attacchi: lunedì pomeriggio, nella capitale Tiraspol, ci sono stati una serie di esplosioni in un edificio di un’agenzia di sicurezza. Secondo il ministero della Difesa ucraino, si tratterebbe di un pretesto per invadere l’Ucraina da ovest. Tirasol dista poche centinaia di kilometri da Odessa, la città portuale considerata uno degli obiettivi principali dei russi. Il generale russo Rustam Minnekayev, ha confermato che la Russia vuole prendere il controllo di tutti i porti ucraini nel Mar Nero, dove i prodotti agricoli e metallurgici di Kiev si riversano sui mercati internazionali, con l’obiettivo di ridurre l’Ucraina a stato dipendente.
La volontà di estendere il controllo russo sulla Transnistria è stato confermato dal generale Rustam Minnekayev, vicecomandante del distretto militare centrale russo – citato da Kommersant, Tass e InterFax. La narrazione russa è sempre la stessa: la guerra (che i russi chiamano operazione militare) è dettata dalla necessità di proteggere i russofoni “oppressi” dai moldavi.
Tra gli altri obiettivi ribaditi dal generale Rustam Minnekayev, vi è il pieno controllo del Donbass, e la connessione strategica tra Donbass e Crimea.