PNRR, quando la trasparenza è solo formale

Il 26 maggio il presidente del Consiglio, Mario Draghi, invitava i suoi ministri a trasformare l’elenco dei progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, semplice e fruibile a tutti i cittadini, avviando così “un’intensa fase di partecipazione e di coinvolgimento per le parti sociali“. Ma in realtà fino a questo momento il processo di trasparenza del Pnrr è stato affrontato in modo esclusivamente formale. Questo è  emerso da un’inchiesta di IrpinMedia.

Poche informazioni e non complete

Come riporta IrpinMedia, Italia Domani, il portale che aggiorna costantemente i cittadini si progressi del Pnrr, contiene solo delle schede open data con dati scarsi,  riportati in modo non comprensibile e, a volte, disponibili anche su altre piattaforme.

IrpinMedia consultando i file sui progetti e soggetti, ha constatato che al momento sono pubblici solo i beneficiari della missione 1 (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo). Ma è impossibile capire di quali progetti si tratti, quali sono i criteri di selezione delle aziende vincitrici dei fondi. Mancano i dati relative alle gare e la documentazione che le aziende presentano.

Inoltre sui file pubblicati sul portale Italia Domani, si trovano i nomi dei progetti presentati dalle aziende vincitrici, ma senza la possibilità di accedere ai progetti stessi. Alcune volte addirittura i dati

«È un anno che chiediamo che vengano pubblicati tutti i dati del Pnrr e il ritardo accumulato è diventato enorme. Il portale è vuoto. La mancanza di trasparenza è evidente e le informazioni sono difficili da decifrare. Quello che chiediamo è che questo portale venga popolato da dati aperti, dettagliati e micro cioè avere accesso a tutte quelle informazioni che consentono di fare monitoraggio» ha dichiarato Davide Del Monte, attivista della campagna “Dati Beni Comuni”.

Irpinmedia ha chiesto più volte chiarimenti sulle informazioni della Missione 1 sia alla presidenza del Consiglio che ai ministri competenti, ma la presidenza del Consiglio ha rimbalzato la responsabilità al ministero per la digitalizzazione.

Caso di Terravision

Nell’analisi dei primi beneficiari del Pnrr è emersa qualche azienda che presenta una storia con profilo di rischio.

Terravision electric srl è destinataria di 300.000 euro, il massimo dell’importo. L’azienda È stata fondata nel 2002 da Fabio Petroni, imprenditore romano con un passato in politica. Nel 2016 Terravision venne sequestrata dalla Guardia di Finanza per bancarotta fraudolenta. Petroni finì agli arresti domiciliari e poi viene condannato in appello a sei anni di reclusione.  In Cassazione, a febbraio 2021, caddero i due capi d’imputazione, un terzo fu prescritto ma ne restano in piedi altri che hanno sempre per oggetto la bancarotta fraudolenta.

Contestualmente all’arresto di Petroni, la Terravision fece sapere che già dal 2015 la società aveva cambiato consiglio di amministrazione con dei membri del tutto estranei a quella precedente. Petroni infatti non figura nel consiglio di amministrazione della Terravision electric, ma è ancora legato alla società tramite rapporti con aziende satelliti. La Terravision electric infatti è controllata al 51,5% dalla Terravision Transport Limited, società inglese di cui Petroni risulta direttore fino a novembre 2020. Oggi direttore della società è un certo Nicolò Petroni, classe 1997. Sul registro imprese inglese l’indirizzo di corrispondenza di Fabio Petroni e Nicolò Petroni coincide. Proprietaria al 100% di questa società inglese è Maria Stella Taverniti, che è la stessa principale azionista della Stansted Transport Limited, sempre con sede in Inghilterra, che controlla al 48.47% la Terravision electric. Fabio Petroni si dimise anche da questa società a novembre 2020 mentre Nicolò Petroni risulta come direttore. Azionista della Stansted è anche la società Inpra UK Limited. Questa volta sia Fabio Petroni che Nicolò risultano come direttori.

Rispondendo alle richieste di chiarimenti di IrpiMedia, Simest, responsabile delle erogazioni, ha indicato una  normativa che non prevede l’esclusione per chi ha subito condanne per reati fiscali e finanziari. Messa al corrente  delle scoperte di IrpiMedia, SIMEST ha spiegato chela società conduce verifiche di compliance e riciclaggio su tutti i titolari effettivi delle imprese richiedenti e su tutta la catena partecipativa.

Caso AG Group

Dall’inchiesta di IrpinMedia è emerso un gruppo che opera nel turismo. Marco Misischia, Presidente del settore Turismo del Cna e  amministratore unico di RSI Group, otterrà 21.520 euro per questa missione. Lo stesso è anche amministratore unico dell’AG Hotels, azienda beneficiaria di altri 22.000 euro. Oltre a queste aziende, anche la MAG Hotel, amministrata unicamente dal Presidente del Cna, prenderà 31.500 euro per la submisura dedicata all’internazionalizzazione delle imprese.

Queste tre aziende amministrate da Misischia sono parte dell’AG Group, gruppo alberghiero che prende il nome dalla sigla del suo proprietario: Andrea Girolami, imprenditore di Fiuggi. Girolami è salito alle cronache per una condanna nel 2018 per peculato. Tra il 2013 e il 2017 l’imprenditore non ha versato le tasse di soggiorno del suo Roma Times Hotel, per un importo di oltre 500.000 euro. Dell’AG Group invece fanno parte anche la Pagi Hotel srl, la Madigest srl e la Faem srl, anch’esse presenti nell’elenco delle cinquemila aziende beneficiarie della M1C2.I5

Il rischio rilevato dall’inchiesta di IrpinMedia è i soldi sono spesso distribuiti tra imprenditori che sono presenti in più di un’azienda vincitrice del bando.

Simest rispondendo all’ennesimo rilievo di IrpinMedia, ha risposto che per evitare finanziamenti plurimi sul medesimo progetto,  ogni singolo progetto finanziato nell’ambito della misura viene identificato attraverso il Codice Unico di Progetto (CUP), anche al fine dei controlli sul rispetto del divieto di doppio finanziamento. Sul portale di monitoraggio degli investimenti pubblici, la ricerca dei progetti tramite cup non dà risultati. Delle sette aziende beneficiarie troviamo riscontro solo per la M.D.M., di cui viene riportato il finanziamento pubblico previsto ma non la descrizione di progetto. Si tratta di progetti approvati nel 2021 che non sono presenti sul sito Italia Domani. Si tratta infatti dell’ennesima dimostrazione di trasparenza di facciata, fatta di dati insufficienti, tecnici e poco chiari.

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