In Polonia è in vigore la legge anti-aborto

Mercoledì in Polonia è entrata in vigore la legge che vieta l’aborto anche in casi di malformazioni gravi del feto. Immediate sono state le proteste dei movimenti femministi, studenteschi e della società civile in tutta la Polonia.

La norma era stata stabilita da una sentenza della Corte Costituzionale lo scorso 22 ottobre, ma la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale è stata ritardata per le molteplici proteste nel Paese.

La sentenza della Corte Costituzionale

Prima della sentenza, la Polonia  aveva una legge sull’interruzione di gravidanza tra le più restrittive d’Europa, perchè ammetteva la possibilità di abortire solo in caso di incesto, di pericolo di vita della donna e per malformazioni del feto. Ma il governo polacco, conservatore e guidato dal partito di destra Diritto e Giustizia, non hai mai nascosto l’idea di porre ulteriori restrizioni all’aborto.

Lo scorso anno un centinaio di parlamentari, contrari  all’interruzione di gravidanza a causa delle malformazioni del feto, chiesero alla Corte un esame di costituzionalità.

Il 22 ottobre 2020 la Corte costituzionale  ha stabilito che l’interruzione di gravidanza  per malformazioni del feto è incompatibile con la Costituzione.

Nonostante le tante proteste, mercoledì 27 gennaio, la legge  è stata pubblicata sul Journal of Law e dunque è entrata in vigore.

Per gli attivisti dei diritti civili si tratta di un’ulteriore limitazione alle libertà delle donne e questo implicherà un frequente ricorso all’aborto illegale.
Stando ai dati ufficiali in Polonia ci sono circa 2.000 aborti legali ogni anno, ma le organizzazioni femministe stimano che ogni anno vengono effettuati circa 200 mila aborti illegali o all’estero.

Le reazioni

Ester Major di Amnesty International ha dichiarato:” Oggi è un giorno nero per le donne e le ragazze della Polonia. Questa sentenza dannosa mette a rischio la loro vita e rappresenta un passo indietro sui diritti sessuali e riproduttivi.”

“Questa pericolosa sentenza fa parte di un’ondata di attacchi coordinati e sistematici da parte dei legislatori polacchi contro i diritti umani delle donne. Il nuovo divieto non impedirà di abortire né ridurrà i tassi di aborto. Servirà solo a danneggiare la salute delle donne costringendole ad abortire clandestinamente o a viaggiare all’estero per accedere ai servizi di aborto di cui necessiteranno e cui avranno diritto“, ha aggiunto Major.

Evelyn Regner, presidente della commissione per i diritti delle donne e per l’uguaglianza di genere del Parlamento Europeo ha dichiarato: “ In Polonia la misoginia regna sovrana. Il divieto de facto di aborto promosso dal governo polacco interferisce direttamente con l’autonomia e l’integrità delle donne. E’ un attacco ai diritti umani e dovrebbe essere impensabile in una democrazia liberale nel 2021. Non c’è posto per un tale disprezzo per l’umanità in Europa e sono vicina ai manifestanti in Polonia che protestano contro questa politica arretrata.”

 

Immagine di copertina: Bart Staszewski

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