Puglia , il Consiglio regionale reintroduce l’assegno di fine mandato, abolito nel 2012

Nella calura di fine luglio e nel silenzio generale, il Consiglio Regionale pugliese ha votato all’unanimità la reintroduzione dell’assegno di fine mandato retroattivo.
L’emendamento è stato “denunciato” via social dalla consigliera M5S, Antonella Laricchia, in quell’occasione assente per motivi di salute.

Cosa prevede l’emendamento

L’emendamento, firmato da tutti i capigruppo, prevede che “a partire dal 1 gennaio 2013, a coloro che hanno ricoperto le cariche di consigliere regionale o di componente della giunta regionale, spetta l’assegno di fine mandato anche se cessati dalla carica nel corso della legislatura”. In caso di morte del beneficiario, incasseranno gli eredi.

Secondo quanto scritto dal Fattoquotidiano.it, si tratta di 7 mila euro lordi per ogni anno trascorso in Consiglio, a partire dal 2013.
La Regione Puglia nel solo quinquennio di legislatura dovrà sborsare circa 2 milioni di euro per la buonuscita di consiglieri e assessori. Ogni eletto a fine dell’attuale legislatura riceverà circa 35 mila euro.

Di “porcata estiva” ha parlato la consigliera M5S Laricchia: “Se fossi stata presente  avrei votato no e avrei denunciato quanto stava accadendo. Già nella scorsa legislatura avevano provato a reintrodurre il trattamento di fine mandato, non riuscendoci. Questa volta invece nelsilenzio generale questa norma è passata”.

Ma la consigliera precisa che non si tratta di una normale liquidazione perchè i soldi saranno versati dalla Regione, a differenze del Tfr che lo versa il lavoratore dal suo stipendio, mensilmente, durante la vita lavorativa.

Allora la domanda che molti cittadini  si pongono è la seguente: qual è il motivo di questo emendamento, soprattutto in un momento di gravissima crisi economica?

La risposta non l’ha data nessun politico, perchè questo provvedimento è talmente vigliacco e vergognoso che un motivo logico non c’è.

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