Qatargate: le misure urgenti che le istituzioni europee devono adottare

Qatargate, il caso di corruzione che sta interessando le istituzioni europee, in particola modo il Parlamento europeo, non è un caso isolato. “Nel corso di molti decenni, il Parlamento ha consentito lo sviluppo di una cultura dell’impunità, con una combinazione di regole e controlli finanziari permissivi e una completa mancanza di controllo etico indipendente (o addirittura alcuno). Ogni serio tentativo di migliorare la responsabilità è bloccato dall’Ufficio di presidenza del Parlamento, con l’acquiescenza della maggioranza dei deputati. Il recente accordo dietro le quinte approvato dall’Ufficio di presidenza per la nomina di un nuovo Segretario generale del PE è emblematico di un’istituzione che pensa che le regole di etica e integrità debbano valere solo per gli altri. È tempo di riforme radicali e ramificate”- ha dichiarato il direttore di Transparency International UE, Michiel van Hulten.

Le 10 richieste di Trasparency International Ue 

Le istituzioni europee e le forze dell’ordine nazionali devono intraprendere azioni immediate ed efficaci per catturare e punire i colpevoli. Allo stesso tempo, le istituzioni UE devono adottare misure urgenti per intraprendere una riforma radicale dei sistemi di etica e integrità delle istituzioni dell’UE. In particolare- dice Trasparency International Ue- c’è un urgente bisogno di una supervisione etica indipendente per porre fine a un sistema di autoregolamentazione che chiaramente non funziona.

Le persone coinvolte devono essere  perseguite a norma di legge. Le indagini delle autorità belghe e delle agenzie e degli organi dell’UE dovrebbero esaminare tutti coloro che hanno assunto una posizione insolitamente favorevole o hanno mostrato un comportamento favorevole nei confronti del Qatar, anche in altre istituzioni dell’UE.

Il Parlamento deve riformare immediatamente le proprie norme interne sugli informatori e allinearle alla direttiva UE sugli informatori.

Il Segretario di presidenza del Parlamento, di cui la signora Kaili è membro, dovrebbe essere privato di tutti i poteri decisionali quando si tratta di questioni di etica, trasparenza e integrità. Inoltre, la sua recente decisione sulla nomina del nuovo Segretario generale dovrebbe essere esaminata. Su questa questione, prima dell’estate, è emerso che un accordo segreto dietro le quinte era stato concluso tra un certo numero di gruppi politici del Parlamento europeo per garantire la nomina di Alessandro Chiocchetti del PPE, capo di gabinetto del presidente Metsola, a nuovo segretario generale del Parlamento europeo. La ong  anticorruzione Transparency International EU (TI EU)e The Good Lobby Italia denunciarono l’accaduto e definirono quell’accordo “un caso di corruzione istituzionale”.

Lo stesso Parlamento europeo  precedentemente attaccò la Commissione europea per il modo in cui aveva nominato il capo di gabinetto di Juncker Martin Selmayr a segretario generale della Commissione. Tale procedura fu  giudicata dal Mediatore europeo profondamente viziata.

“Il modo in cui questo pacchetto di posti di lavoro di alto livello è stato adottato nel cuore della notte senza alcuna forma di controllo interno o pubblico è del tutto inaccettabile. I cittadini dell’UE si aspettano che le istituzioni dell’UE siano trasparenti e responsabili, invece di ricucire sordidi accordi dietro le quinte per promuovere le agende personali e politiche di alti funzionari, eurodeputati e gruppi di partito. Riteniamo che il modo in cui è stato condotto questo processo costituisca un caso di cattiva amministrazione- dichiarò il direttore UE di TI, Michiel van Hulten.

L’altro punto riguarda il regolamento interno del Parlamento e il codice di condotta dei deputati  che devono essere rivisti anche sulle sanzioni. Il Presidente non dovrebbe più avere il potere esclusivo di decidere sulle sanzioni.

Il Comitato consultivo per la condotta dei deputati del Parlamento, che si è rivelato inefficace, dovrebbe essere sciolto e sostituito da un nuovo organismo che includa un elemento esterno indipendente.

Il Parlamento dovrebbe introdurre immediatamente regole rigorose di controllo finanziario in relazione a tutte le indennità dei deputati, compreso un obbligo per i deputati di essere responsabili di tutte le loro spese.

I governi dei paesi terzi che esercitano pressioni sulle istituzioni dell’UE dovrebbero essere inclusi nel registro per la trasparenza.

Tutti i deputati, gli assistenti e il personale del PE che incontrano rappresentanti di paesi terzi devono pubblicare le loro riunioni.

Il Parlamento deve garantire il rispetto delle norme esistenti in materia di lobbismo ed etica, anche dedicando risorse sufficienti al monitoraggio e all’applicazione e assicurandosi che tutte le informazioni siano pubblicate in tempo utile e in un formato accessibile.

Infine, la Commissione  europea deve farsi avanti immediatamente con la sua proposta, a lungo rimandata, di un organismo etico indipendente dell’UE , con ampi poteri di supervisione, indagine e applicazione.

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Fonti: https://transparency.eu/

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