Nella giornata del suolo, il 5 dicembre, le associazioni ambientaliste tornano a chiedere una normativa nazionale sul consumo di suolo, attesa da 10 anni. Il Rapporto ISPRA 2022 sottolinea come in Italia continuiamo a perdere 2 metri quadri di suolo al secondo. Ad oggi 21.500 km quadrati di suolo italiano sono cementificati e solo gli edifici occupano 5.400 km quadrati, una superficie pari alla Liguria.
Nel 2021 il consumo di suolo ha raggiunto il valore più alto dell’ultimo decennio, con 69,1 km² sacrificati per nuove coperture artificiali. Una media di oltre 19 ettari al giorno. Aree naturali e agricole che lasciano dunque spazio a nuove case ed edifici, infrastrutture, insediamenti commerciali e produttivi, legali e illegali, con una copertura arrivata al 7,13%, di contro a una media europea che si attesta al 4,2%.
Al consumo di suolo si aggiunge il dissesto idrogeologico. Secondo il Rapporto ISPRA del 2022, quasi il 45% del territorio nazionale risulta classificato in zone a elevata o molto elevata frammentazione.
Serve una legge
La proposta di legge sullo stop al consumo del suolo, il cui iter legislativo è iniziato nel 2012, è bloccata in Parlamento dal 2016: approvata dalla Camera dei deputati, prevedeva di arrivare a quota zero, cioè a non cementificare un metro quadro in più, entro il 2050.
La Commissione Europea nel 2021 ha approvato la nuova “Strategia europea per il suolo al 2030” impegnandosi a promuovere una Direttiva sul tema entro il 2023.
Inoltre, secondo Legambiente serve approvare un emendamento di modifica dell’articolo 10 bis della legge 120/2020 (semplificazioni in materia di demolizione di opere abusive) per affidare ai prefetti, in caso di inerzia dei Comuni, la responsabilità degli abbattimenti oggetto di ordinanze precedenti all’approvazione della norma, fugando così ogni margine di dubbio circa la sua applicazione.
“Sono dieci anni che l’Italia attende una legge per fermare il consumo di suolo, dall’approvazione del ddl proposto dall’ex ministro dell’Agricoltura, Mario Catania. Da allora le proposte di legge si sono moltiplicate, sono trascorse altre due legislature, ma una normativa non è mai uscita dalle secche della discussione parlamentare. Quanto avvenuto a Ischia mette la politica di fronte alla necessità di agire concretamente e in maniera tempestiva per dare al Paese una legge che rivesta un ruolo centrale contro il consumo indiscriminato di suolo, così come nel contrasto al dissesto idrogeologico e alla piaga dell’abusivismo, dicendo basta alla logica dei condoni e prevedendo l’intervento dei prefetti per abbattere gli ecomostri mai demoliti dai sindaci. – commenta Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – L’Italia, primo Paese beneficiario delle risorse del Next Generation EU, non può arrivare impreparata alle scadenze del Green Deal. Bisogna inoltre scongiurare il rischio che le risorse del PNRR e i connessi investimenti infrastrutturali contribuiscano a una bolla espansiva del consumo di suolo. Promuovere la rimodulazione di tutti i bonus finalizzati alla riconversione dell’edilizia verso la riconversione energetica, antisismica e idraulica degli edifici”.