Secondo il rapporto spiagge 2021 di Legambiente, oltre il 50% delle aree costiere è sottratto alla libera e gratuita fruizione. Pesano le concessioni balneari e l’erosione costiera che riguarda circa il 46% delle coste sabbiose. Infine c’è la questione delle coste non balneabili, interdette per ragioni di inquinamento. Sicilia e Campania contano in totale circa 55 km su 87 km interdetti a livello nazionale.
Il rapporto
I nuovi dati recentemente elaborati dal ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, raccontano che in Italia le concessioni sul demanio costiero sono arrivate a 61.426, mentre nel 2018 erano 52.919. Di queste 12.166 rappresentano concessioni per stabilimenti balneari. Sono invece 1.838 le concessioni per i campeggi, circoli sportivi, strutture turistiche, anch’essi in aumento rispetto al 2018. Le restanti concessioni sono distribuiti su vari utilizzi, come la pesca e acquacoltura a diporto o produttivo.
Ma un altro dato che emerge dal lavoro di ricerca di Legambiente è che oltre il 50% delle aree costiere è sottratto alla libera e gratuita fruizione.
Le concessioni demaniali crescono in tutte le Regioni. Per esempio in Emilia Romagna si va dalle 1.260 concessioni nel 2018 a 1462. La Campania è passata da 1.053 concessioni a 1.291.
Legambiente rileva in tal senso anche problemi di trasparenza e completezza dei dati per aree che appartengono al demanio dello Stato. Infatti, per moltissime concessioni i dati non sono chiari e in diversi casi sono addirittura incompleti.
L’aumento delle concessioni è data dal fatto che in Italia non c’è una normativa che determini una percentuale massima di spiagge che si possono dare in concessione. Tra i casi virtuosi c’è la regione Puglia che ha stabilito con una legge il principio del diritto di accesso al mare per tutti, fissando una percentuale di spiagge libere pari al 60%, superiore rispetto a quelle da poter dare in concessione (40%).
Il 7,7% delle coste sabbiose in Italia sono interdette dalla balneazione per l’inquinamento
In molti casi è interdetta la balneazione perchè i livelli di Escherichia Coli e/o Enterococchi superano i limiti di legge, quasi sempre per malfunzionamento o assenza di depuratori.
L’erosione delle coste
Tra il 1970 ed il 2020 i chilometri di costa in erosione in Italia sono triplicati, comportando la scomparsa di almeno 40 milioni di metri quadrati di spiagge.
Preoccupa lo scenario che si attende nel corso del XXI secolo. Il fenomeno naturale dell’erosione, aggravato dall’intervento antropico lungo la costa, cambierà e si accelererà in un processo di aumento della temperatura del mare e dell’atmosfera, di innalzamento del livello del mare e dei fenomeni meterologici estremi che con sempre maggiore dettaglio vengono oggi studiati con simulazioni.
Cosa fare?
La prima proposta di Legambiente è una Legge per garantire il diritto alla libera e gratuita fruizione delle spiagge. In primis si dovrebbe stabilire un limite massimo del 50% per le spiagge in concessione in ogni Comune. Il secondo punto riguarda la premialità delle spiagge in concessione, valorizzando i progetti di qualità ed ecosostenibili. Il terzo è adeguare i canoni delle spiagge in concessione. Occorre infatti aggiornare il canone minimo nazionale per le concessioni balneari, ampliando le differenze in funzione alle caratteristiche delle località e introducendo premialità o penalità in base alle modalità di gestione e di interventi di riqualificazione ambientale.
L’altra proposta è definire una strategia nazionale per l’erosione, inquinamento e adattamento al clima. E’ necessario approvare delle linee guida per gli interventi contro l’erosione e che puntino su un approccio innovativo. E infine occorre rivedere le previsioni urbanistiche e le scelte localizzative, prevedendo sistemi di allerta per gestire emergenze.
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