La piaga dei rifiuti in spiaggia
Sono preoccupanti i dati che emergono dall’indagine “Beach Litter” di Legambiente. In 47 spiagge monitorate dalle volontarie e dai volontari di Legambiente in 13 regioni (Abruzzo, Basilicata, Toscana, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto) sono stati censiti 36821 rifiuti in un’area totale di 176 100 mq. Si tratta di una media di 783 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia, un valore che supera di gran lunga la soglia prevista a livello europeo per definire le spiagge in buono stato.
I rifiuti censiti dall’indagine di Legambiente
I rifiuti censiti sono di ogni tipo e forma: dai mozziconi di sigaretta alle mascherine e altri prodotti sanitari. L’84% dei rifiuti è di plastica. Su circa un terzo delle spiagge campionate, la percentuale di plastica eguaglia o supera il 90% del totale dei rifiuti monitorati, mentre su 72% dei lidi monitorati sono stati rinvenuti guanti usa e getta, mascherine o altri oggetti riconducibili all’emergenza sanitaria Covid-19.
Vista la quantità di plastica censita, Legambiente chiede all’Italia di emanare entro il 3 luglio 2021, il decreto legislativo che recepisce la direttiva europea del 2019, pensata per bandire e ridurre la produzione e la commercializzazione di alcuni prodotti monouso.
La direttiva europea
Il 42,3% del totale dei rifiuti monitorati da Legambiente è costituito da quei prodotti usa e getta al centro della direttiva europea, detta anche SUP (Single Use Plastics), che prevede a riguardo misure specifiche. Per quanto riguarda i mozziconi di sigaretta, la direttiva prevede obblighi per i produttori, che contribuiranno a coprire i costi di gestione e bonifica e i costi delle misure di sensibilizzazione.
Secondo le nuove norme, i piatti, le posate, le cannucce, le aste per palloncini e i bastoncini cotonati in plastica monouso dovranno essere vietati entro il 2021. Gli Stati membri hanno convenuto di raggiungere un obiettivo di raccolta delle bottiglie di plastica del 90% entro il 2029; inoltre, le bottiglie di plastica dovranno avere un contenuto riciclato di almeno il 25% entro il 2025 e di almeno il 30% entro il 2030.
Per le reti e gli attrezzi da pesca e acquacoltura in plastica, la Commissione ha proposto per i primi di introdurre regimi di responsabilità del produttore che dovrà coprire, oltre ai costi delle misure di sensibilizzazione, i costi della raccolta, in seguito alla dismissione e al conferimento agli impianti portuali di raccolta, nonché i costi del successivo trasporto e trattamento.
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