Da un anno è in corso una campagna repressiva e vendicativa delle autorità russe nei confronti dell’oppositore Aleksei Navalny. Decine di sostenitori di Navalny sono sotto procedimenti giudiziari con accuse pretestuose, altri sono già in carcere. Il governo russo ha etichettato come ‘estremiste’ le organizzazioni facenti capo a Navalny e ha bloccato i loro siti Internet. Altre persone più vicine a Navalny hanno potuto lasciare il paese, ma temono per i loro parenti rimasti in Russia.
Il 28 settembre 2021 Navalny e i suoi soci sono stati incriminati per la creazione di “un’associazione estremista”. Il 9 novembre Lilia Chanysheva, l’ex coordinatrice degli uffici di Navalny a Ufa, è stata posta in detenzione preventiva.
“L’insensibilità del Cremlino, che continua a ridurre al silenzio e a denigrare Navalny e i suoi sostenitori, deve cessare. Oltre 360.000 persone nel mondo hanno firmato la petizione di Amnesty International per chiedere alle autorità russe di rilasciare Navalny immediatamente e senza condizioni”, ha sottolineato Struthers di Amnesty Internationaò,
“Chiediamo ai leader mondiali, alle organizzazioni internazionali e alle persone di ogni parte del mondo di aggiungere la loro voce alla richiesta non solo del rilascio immediato di Navalny, ma anche della fine della brutale repressione contro i suoi sostenitori. La popolazione della Russia non deve soffrire a causa dell’incessante soppressione dei diritti. Merita che la sua voce sia ascoltata senza temere rappresaglie”, ha concluso Struthers.