Il salario minimo è un altro degli argomenti più dibattuti degli ultimi mesi. L’Italia è uno dei pochi paesi a non avere il salario minimo insieme a Svezia, Finlandia, Danimarca, Austria e in parte Cipro, dove una misura di questo tipo esiste, ma solo per certe categorie di lavoratori.
Le varie proposte dei partiti
Il Pd propone il salario minimo contrattuale, seguendo il modello tedesco, nei settori a più alta incidenza di povertà lavorativa, con una soglia minima affidata alla proposta delle parti sociali e che comunque rispetti i parametri della direttiva europea (attualmente per l’Italia, secondo alcune stime pari a circa 9 euro lordi orari).
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Il M5S conferma la proposta di legge dell’ex ministra Catalfo, che vorrebbe portare il salario minimo a 9 euro lordi all’ora, mantenendo la libertà dei CCNL solo in senso migliorativo.
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Azione di Calenda e Italia Viva propongono una legge sulla rappresentanza che combatta il fenomeno dei contratti-pirata e assicuri che siano validi solo i contratti collettivi firmati da organizzazioni realmente rappresentative; la validità erga omnes dei contratti, e la fissazione di un minimo in ultima istanza. Inoltre, le altre misure previste nel programma assicurano l’innalzamento del reddito disponibile per i lavoratori poveri.
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Di idea differente sul salario minimo è la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni che, intervenendo al Meeting di Comunione e Liberazione, in corso a Rimini ha dichiarato: ” Con il salario minimo non si risolve il problema del lavoro perché gran parte dei posti di lavoro è normato dai contratti collettivi”.