Salento, in fiamme gli ulivi colpiti dalla Xylella

Non bastava la Xylella , si è aggiunto anche il caldo a complicare la situazione degli ulivi affetti dal batterio. Secondo la Coldiretti Puglia, dal 15 giugno ad oggi, sono 1408 i roghi divampati nelle aree rurali della provincia di Lecce. Complici il caldo e il vento che fanno andare in fiamme gli ulivi colpiti da Xylella siti in campagne abbandonate piene di sterpaglie.
Quanto sta accadendo in provincia di Lecce è un segnale grave – aggiunge Muraglia – perché oltre al patrimonio olivicolo drammaticamente compromesso, è incalcolabile il danno d’immagine in Salento con gravi ripercussioni anche sul turismo. Continuare a pensare che la Xylella sia un problema solo dell’agricoltura è la dimostrazione di una miopia di quanti ancora non prendono coscienza del danno arrecato dalla malattia a tutta l’economia salentina, dall’agricoltura al turismo, fino agli investimenti per l’indotto commerciale e artigianale legato all’agroalimentare e alla ricettività”, denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
Il paesaggio del Salento- dice Coldiretti Puglia- dove campeggiano ulivi ormai morti da anni sta diventando un girone dantesco dell’inferno, dove le fiamme divampano per colpa dell’abbandono in cui versano i campi pieni di sterpaglie e infestanti secche, riducendo gli ulivi in torce gigantesche.

Gli agricoltori chiedono da anni interventi decisi per espiantare, reimpiantare e far rinascere le aree colpite, dopo anni di annunci, promesse, rimpalli di responsabilità e la mancanza di impegni concreti – aggiunge Cantele – per la ricostituzione del patrimonio olivicolo e agrario gravemente compromesso, anche attraverso una opportuna e tuttora bloccata diversificazione, perché il Salento non può essere condannato ad una monocultivar. A distanza di 6 anni dal primo ulivo infetto su cui è stata conclamata la presenza della malattia, gli agricoltori salentini sono ancora ingabbiati e abbandonati al loro destino e ogni giorno al danno si aggiunge un’altra beffa”.

 

 

Ph: Coldiretti Puglia
Ph: Coldiretti Puglia

Un passo indietro. Che cos’è la Xylella fastidiosa

La Xylella fastidiosa è un batterio  originario del Sud America e colpisce olivi, vite e aceri. Si moltiplica nei vasi conduttori della  xilema delle piante ospiti, ostruisce i vasi che portano acqua e nutrienti fino alle foglie, creando una specie di gel che blocca il regolare flusso del liquido. Di conseguenza le piante infette diventano  totalmente secche. Slow Food Bologna l’ha definita “la patologia figlia della globalizzazione, perché è frutto dello scambio di piante tra un continente e l’altro.”

L’agenzia per la sicurezza alimentare ha chiarito che al momento non esiste una cura in grado di eliminare il batterio, anche se alcuni trattamenti sperimentati in questi anni possono ridurre i sintomi. Pertanto l’unico modo di contenere il batterio, in base alle indicazioni Ue, è tagliare le piante infette e quelle suscettibili  nel raggio di 100 metri.

La Xylella fastidiosa in Puglia

La Puglia è una delle regioni più colpite dal batterio.
Secondo l’Osservatorio Fitosanitario della regione Puglia gli alberi colpiti dalla Xylella sono milioni e l’infezione tende ad avanzare verso Nord a 2 km al giorno.

Purtroppo in Puglia il problema non è stato affrontato nel miglior dei modi. Infatti, al fine di contenere il contagio, le istituzioni locali e nazionali hanno provveduto con l’ abbattimento degli ulivi e lo spargimento di pesticidi con  forti ripercussioni sulla biodiversità, sulla salute delle persone e sulle aziende biologiche.

Agostino Di Ciaula, medico e presidente del comitato scientifico di ISDE (International Society of Doctors for Environment), in un’intervista su Italia che Cambia, ha affermato che la vicenda Xylella in Puglia è una chiara dimostrazione di come possono essere prese decisioni ad elevatissimo impatto ambientale e sanitario, senza tener conto dell’evidenze scientifiche.

Le disposizioni dell’Europa e il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea

L’Europa, al fine di contenere il contagio, ha disposto l’azione di eradicazione delle piante infette e quelle suscettibili. Questa misura in Puglia è stata contestata con i vari ricorsi alla magistratura. Ma la Corte di Giustizia Europea ha confermato la legittimità della misura. Nel settembre del 2019 la Commissione Europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia Europea per i ritardi accumulati nelle ispezioni e nell’abbattimento delle piante infette. Le conseguenza di questi errori sono drammatiche ancora tutt’oggi, non solo sull’aspetto ambientale, anche economico, come viene denunciato da Coldiretti Puglia.

La Puglia cerca di correre ai ripari, nonostante la situazione sia compromessa. Qualche giorno fa , la regione ha dato il via libera a 40 milioni per sostenere il reimpianto delle varietà di olivo resistenti o tolleranti alla Xylella fastidiosa, come previsto dal Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia per gli anni 2020 e 2021.

 

 

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