Lo scorso 14 aprile il Senato ha approvato la mozione che impegna il governo ad avviare l’iter per concedere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna accusato di propaganda eversiva e detenuto in Egitto dal 7 febbraio 2020.
L’atto di indirizzo chiede al governo di attivarsi con maggiore vigore in tutte le sedi europee e internazionali, perché l’Egitto provveda senza ulteriori indugi al rilascio di Patrick George Zaki.
In aula era presente anche la senatrice a vita Liliana Segre. “C’è qualcosa nella storia di Patrick Zaki che prende in modo particolare, ed è ricordare quando un innocente è in prigione”, ha detto questa mattina a Radio Popolare. “Questo l’ho provato anch’io e sarò sempre presente, almeno spiritualmente quando si parla di libertà”.
La vice-ministra Pd degli Affari Esteri, Marina Sereni, in quell’occasione non ha nascosto delle perplessità sulla questione. Primo, la cittadinanza italiana a Patrick Zaki assume un valore simbolico più che pratico alla luce del diritto internazionale.
L’Italia infatti avrebbe delle difficoltà nel fornire protezione consolare perchè prevarrebbe la cittadinanza originaria, ovvero quella egiziana. Il secondo aspetto è che la concessione della cittadinanza potrebbe avere delle reazioni controproducenti.
Dopo il Senato, il 7 luglio la Camera ha approvato a larga maggioranza la mozione con 358 voti a favore e 30 astenuti. La mozione presentata a firma di Lia Quartapelle (Pd) e Filippo Senzi (Pd) impegna il Governo “ad avviare tempestivamente, mediante le competenti istituzioni, le necessarie verifiche al fine di conferire a Patrick George Zaki la cittadinanza italiana“.
Anche la Camera approva a larghissima maggioranza la mozione perché a #PatrickZaki sia data la cittadinanza italiana.
Dopo la mobilitazione di 300mila cittadini, più di mille comuni, dell’Universita di Bologna, del Parlamento: il governo faccia tutto il possibile per liberarlo. pic.twitter.com/tbfDoVCdo3— Lia Quartapelle 🇮🇹🇪🇺 (@LiaQuartapelle) July 7, 2021
In merito ai rapporti bilaterali con l’Egitto in sede europea e internazionale, la mozione impegna sempre il governo a richiedere il rilascio immediato dello studente, come gli altri prigionieri di coscienza, come i difensori dei diritti umani, giornalisti e avvocati attivisti.
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