Simone di Ultima Generazione rischia la sorveglianza speciale

Martedì 10 gennaio, presso il Tribunale di Milano, si è svolta l’udienza per discutere l’applicazione di misure di sorveglianza speciale all’attivista di Ultima Generazione Simone Facicchia. La Procura di Milano ha chiesto  la “sorveglianza speciale semplice” senza obbligo di soggiorno, anche se inizialmente la Questura di Pavia aveva ipotizzata la sorveglianza speciale, secondo il ‘Codice Antimafia‘.  Adesso si attende la decisione del giudice che dovrà arrivare tra 30 giorni.

“Si tratta della prima volta che viene applicata questa misura all’interno del movimento per il clima” dichiara Simone prima di entrare in tribunale a Milano. “La repressione che stiamo ricevendo è sproporzionata rispetto alle azioni non violente che portiamo avanti”.

La “colpa” di Simone è di aver partecipato a una serie di azioni di disobbedienza civile (imbrattamento, azioni di blocco stradale, nei musei e nelle sedi dei partiti), per portare all’attenzione pubblica  l’emergenza climatica. Tutte queste azioni dimostrative e pacifiche hanno determinato una serie di denunce, che hanno portato la Questura di Pavia a chiedere la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per un anno.

“I militanti di Ultima Generazione conducono azioni di protesta in modo assolutamente pacifico, volte a sbloccare l’inazione politica che impedisce la prevenzione di gravi conseguenze dovute al collasso eco-climatico. Si tratta di azione diretta per sottrarre la cittadinanza dall’inazione dei pochi al potere. Tutto ciò è il contrario del rappresentare un pericolo per la sicurezza e l’incolumità pubbliche. Assimilare questi cittadini a mafiosi, terroristi e malavitosi è un insulto all’intelligenza, alla verità e alla decenza. Questa proposta di misura di prevenzione è un atto eminentemente politico, che proviene direttamente da una Questura, cioè dal ministero degli Interni e dal Governo. Agendo in tal modo questi organismi pubblici manifestano quanto stia loro a cuore la salvaguardia dell’ambiente e il futuro dell’umanità. Siamo oltre la criminalizzazione del dissenso: qui è in gioco non soltanto il diritto di esprimere le proprie opinioni ma la sopravvivenza dell’umanità sul nostro pianeta” ha dichiarato l’avvocato Gilberto Pagani.

Nella citazione del Tribunale di Milano, si parla di Simone come di “soggetto socialmente pericoloso”, “denunciato e condannato più volte”. Questo elemento non corrisponde al vero: al momento non è presente, infatti, alcun processo in corso a lui riferito e mai c’è stata alcuna condanna, neppure come decreto penale. La resistenza a pubblico ufficiale di cui si parla è, in verità, la resistenza passiva adottata da sempre nella maniera più rigorosa dai partecipanti alle azioni nonviolente, promosse dalla campagna di Ultima Generazione. Si legge nel comunicato del movimento.

Le Ong e le associazioni sostengono Simone

“Mentre il pianeta è sconvolto dalla crisi climatica e ambientale, dal crescere delle disuguaglianze e delle discriminazioni che ne conseguono, non sorprende che le nuove generazioni – su cui grava più di ogni altre il peso del disastro incombente – protestino oggi in forme sempre più eclatanti.

La risposta a queste proteste, sottolinea un gruppo di associazioni e Ong italiane* che fanno parte della rete “In difesa di”, si basa sull’applicazione di misure sempre più spesso intimidatorie e repressive.

Dopo i fogli di via e le multe, comminati ad attivisti e attiviste, adesso si è arrivati anche alla sorveglianza speciale di un attivista di Ultima Generazione, Simone Ficicchia: proposta dalla Questura di Pavia, verrà discussa in Tribunale il prossimo 10 gennaio.

Tale misura, disciplinata dal cosiddetto “codice antimafia” (Decreto Legislativo n.159 del 2011) contro chi rappresenta una minaccia per l’incolumità pubblica, è completamente ingiustificata ed è espressione della crescente criminalizzazione nei confronti dell’attivismo ambientale.

Le associazioni e Ong rifiutano l’idea che criminalizzazione, repressione e intimidazione siano le risposte giuste a un’ansia che monta. Chi continua a proporre in Italia come altrove soluzioni fasulle, come ad esempio nuove infrastrutture per importare e consumare sempre più combustibili fossili, ha tutto l’interesse a non affrontare davvero problemi sempre più urgenti e a zittire coloro che sollecitano soluzioni urgenti ed efficaci.” Hanno scritto in un comunicato stampa  Amnesty International Italia, A Sud, COSPE, Greenpeace Italia, Giuristi democratici, Terranuova, Un Ponte Per, Yaku.

“La misura di sorveglianza chiesta dalla questura di Pavia per l’attivista ambientalista Simone Ficicchia è sproporzionata, anticostituzionale e crea un pericoloso precedente. Piena solidarietà a Simone che ha usato solo metodi di protesta”. Così in una nota Giulia Crivellini, tesoriera di Radicali Italiani.

“Simone Ficicchia ha partecipato a numerose azioni di Ultima Generazione incollando la mano ai vetri protettivi di quadri famosi o fermando il traffico ma mai si è macchiato di crimini violenti che possano giustificare l’applicazione del codice antimafia solitamente destinato alla criminalità organizzata o in casi di pericolosità sociale. Queste misure sono discutibili in generale e sono state già oggetto di numerose censure al nostro Paese da parte della Corte europea dei diritti umani e della Corte costituzionale.

Tanto più appaiono illegittime quando sono richieste per motivi politici atti a punire azioni di resistenza civile. Si tratterebbe dunque di un pericoloso precedente che si aggiunge a quell’insieme di norme repressive – come nel caso del dl Rave – che il governo sta cercando di varare. Il 10 gennaio prossimo il tribunale di Milano deciderà se accogliere la richiesta della questura di Pavia. In quel giorno insieme ai Radicali Italiani porterò personalmente la mia solidarietà a Simone manifestando contro la sua incriminazione”, conclude.

 

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Immagine di copertina: Ultima Generazione

 

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