Suicidio assistito: Massimiliano, affetto da sclerosi multipla, è morto in una clinica svizzera

Massimiliano, affetto da sclerosi multipla, voleva morire in Italia, a casa sua. Massimiliano non era “tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale”, quindi, non rientrava nei casi previsti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato\Dj Fabo per l’accesso al suicidio assistito in Italia. Di conseguenza è stato costretto a porre fine alle sue sofferenze in una clinica svizzera.

Massimiliano è stato accompagnato da Felicetta Maltese, attivista della campagna Eutanasia Legale e da Chiara Lalli, giornalista e bioeticista. Per questa azione di disobbedienza civile rischiano fino a 12 anni di carcere per il reato di aiuto al suicidio.
Domani andranno ad autodenunciarsi a Firenze presso la Stazione Carabinieri Santa Maria Novella alle ore 11. Anche Marco Cappato, che in questa occasione non ha direttamente accompagnato Massimiliano, si autodenuncerà in veste di legale rappresentante dell’Associazione Soccorso Civile che ha organizzato e finanziato il viaggio di Massimiliano verso la Svizzera.

Aumentano le richieste di aiuto per il fine vita 

Sono in costante aumento le richieste di aiuto, in tema di fine vita, che ogni giorno arrivano all’Associazione Luca Coscioni, via mail o al Numero Bianco, la infoline gratuita che dà informazioni ai cittadini su testamento biologico, sulle cure palliative, suicidio assistito e le normative che prevedono l’eutanasia. Negli ultimi 12 mesi sono oltre 9700 le persone che hanno chiesto informazioni sul fine vita. In particolare, più di 20 persone al mese (quasi una persona al giorno) hanno chiesto informazioni e il modulo per accedere al suicidio medicalmente assistito in Italia o contatti con le associazioni Svizzere.
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