Lo Stato con il superbonus del 110% dovrà farsi carico di 71,7 miliardi di euro. Secondo l’ufficio studi della CGIA questa misura ha interessato solo il 3,1% del totale degli immobili residenziali, una quota ridottissima di edifici presenti nel Paese.
La CGIA ha precisato che la misura non va bocciata, perché ha sicuramente contribuito a incentivare la ripresa economica di un settore, come quello dell’edilizia, che nel nostro Paese ha un peso specifico importante. Tuttavia, il superbonus ha provocato un costo in capo alla fiscalità generale spaventoso e non proporzionale al numero di edifici che sono stati efficientati.
L’aspetto che preoccupa la CGIA è che con il decreto del governo non è stata trovata una soluzione per le tante aziende e famiglie che sono in possesso di una massa di crediti fiscali importanti e non più esigibili. Una situazione che nel giro di qualche mese rischia di far fallire molte aziende del settore delle costruzioni.
A livello regione il Veneto numerosi ricorsi al Superbonus 110%.. Le regioni meno coinvolte, invece, sono la Calabria, Valle d’Aosta e Liguria (tutte con un’incidenza del 2 per cento), insieme alla Sicilia che chiude la graduatoria con l’1,7 per cento. A livello nazionale, infine, l’importo medio delle detrazioni a fine lavori previsto è pari a 192.756 euro per edificio residenziale. I picchi massimi li scorgiamo in Campania (247.337 euro), Basilicata (254.090 euro) e Valle d’Aosta (267.698 euro). Chiudono la graduatoria, invece, Friuli Venezia Giulia (152.056 euro), Toscana (151.206) e Veneto (150.906 euro).