Taranto, presidio di protesta contro il decreto salva Ilva

Martedì 17 gennaio associazioni ambientaliste, studenti e cittadini hanno tenuto un presidio di protesta davanti la sede della Prefettura di Taranto contro il decreto Salva Ilva, che ripristina lo scudo penale e limita i poteri della Magistratura. Alla manifestazione ha aderito anche la commissione per la Custodia del Creato a nome della Diocesi, nonchè dei pazienti oncologici ed ematoncologici dell’ospedale Moscati di Taranto e delle loro famiglie. “Siamo coloro che si sono ammalati a causa dell’inquinamento, i primi a subire sulla nostra pelle le sue conseguenze. Abbiamo tutti subìto il trapianto di midollo osseo in seguito alla diagnosi di leucemia e, chi più chi meno, sono anni che lottiamo per sopravvivere. Ovviamente di leucemia ci si ammala ovunque ma qui a Taranto i numeri sono da strage. Per non parlare dei bambini” dicono i pazienti e le loro famiglie.

 

Al Prefetto Demetrio Martino é stato consegnato un documento. “Riteniamo che il futuro Taranto debba partire dall’osservanza scrupolosa della sentenza della Magistratura (sequestro e confisca di impianti non compatibili con la salute pubblica) e dall’attivazione di alternative con il consistente fondo europeo della transizione giusta già stanziato (oltre 700 milioni di euro di JTF) nell’interesse dei lavoratori che vanno ricovertiti e riqualificati (il JTF lo prevede esplicitamente) e resi protagonisti di altre attività economiche e professionali orientate alla transizione ecologica”- si legge nel documento.
“Lo stabilimento”, accusano gli ambientalisti, “ha ingoiato enormi risorse senza garantire l’occupazione ma rendendola sempre più precaria”.

Il prefetto, dopo l’incontro con Alessandro Marescotti di Peacelink, ha dichiarato che il futuro della città dovrà comunque tenere conto del volere dei cittadini.

“Siamo preoccupati – ha proseguito Marescotti – per i picchi di benzene verificatisi all’ex Ilva, tanto che l’Arpa è dovuta nuovamente intervenire verso l’azienda, mentre sullo scudo penale abbiamo fatto presente che non si capisce perchè lo si voglia reintrodurre se l’azienda dice di essere a norma sotto il profilo ambientale e se per il piano ambientale si sostiene che è prossimo alla conclusione”.

Durante il presidio Massimo Castellana, di Genitori Tarantini ha annunciato che gli avvocati dell’associazione hanno presentato alla Corte di Giustizia Europea le osservazioni in merito alla class action inibitoria promossa contro l’ex Ilva da dieci associati.

 

 

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