Alle 4.17 del mattino (le 2.17 ora italiana) di lunedì, un terremoto di magnitudo 7.8 della scala Richter, ha colpito il sud-est della Turchia e il nord della Siria. Il bilancio è di migliaia di vittime e di feriti, ma purtroppo è destinato ad aumentare. L’epicentro è stato vicino alla città turca meridionale di Gaziantep, ma il sisma è stato avvertito in Siria, Libano, Cipro e Israele. ‘‘E’ stato il terremoto più forte dal 1939”, ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan intervenendo a una riunione di governo.
🚨#BREAKING: Powerful 7.8 magnitude earthquake hits in southern Turkey
A destructive Magnitude 7.8 earthquake just struck southern Turkey near Gaziantep that has caused extensive damage with Reports of multiple people trapped in collapsed buildings pic.twitter.com/dICGsAhUf3
— R A W S A L E R T S (@rawsalerts) February 6, 2023
Un altro terremoto di magnitudo 7.5 è stato registrato nella provincia di Kahramanmaras alle 13.24 ora locale (11.24 in Italia) ed è stato avvertito anche a Damasco, in Siria, con epicentro nel distretto di Elbistan.
Nelle ultime ore sono state registrate centinaia di scosse di assestamento. Nella città di Kahramanmaras almeno 5.500 edifici sono crollati e migliaia di altri sono stati “pesantemente danneggiati”.
La zona della Siria colpita dal terremoto, controllata dai ribelli, è abitata da circa 4 milioni di persone sfollate a causa della guerra. In queste zone è difficile ottenere le informazioni ufficiali, ma si teme che le vittime siano più di quelle dichiarate.
Gli ospedali sono al collasso e la protezione civile senza equipaggiamenti è impegnata a scavare sotto le macerie. Un’emergenza nell’emergenza. Aleppo, città martire della guerra civile, è colpita pesantemente. Sono stati rasi al suolo i campi profughi al confine con la Turchia, dove almeno 3 milioni di sfollati avevano già bisogno di tutto.
“In tutto il paese, due terzi della popolazione hanno bisogno di assistenza umanitaria a causa del peggioramento della crisi economica, di ostilità continue e localizzate, sfollamenti di massa e infrastrutture pubbliche devastate. Insicurezza alimentare, dipendenza da fonti d’acqua alternative e non sicure, problemi di protezione e abbandono scolastico sono elevati.
Nel 2023, prima del terremoto, si prevedeva che 15,3 milioni di persone in Siria avrebbero avuto bisogno di assistenza umanitaria, tra cui un numero record di 7 milioni di bambini, soprattutto nei settori della salute, della nutrizione, della protezione dell’infanzia, dell’istruzione e dell’acqua e dei servizi igienici. Questo terremoto aggraverà ulteriormente le attuali vulnerabilità.” Ha dichiarato Andrea Iacomini, Portavoce di UNICEF Italia.