Il ciclone Freddy ha colpito il Mozambico, Madagascar e Malawi proprio mentre la stagione delle piogge volgeva al termine. Il bilancio è di oltre 400 persone morte, la maggior parte dei quali in Malawi.
Il Malawi quindi è il paese più colpito: case sommerse, migliaia di sfollati e terreni agricoli e i prodotti dell’unico raccolto dell’anno distrutti –aggravando un anno già difficile in cui milioni di persone necessitano di assistenza alimentare.
“Molte aree sono inaccessibili e limitano il movimento delle squadre umanitarie di valutazione e dei beni salvavita”, ha detto Paul Turnbull, Direttore World Food Programm in Malawi.
Il Malawi, dove l’80 per cento della popolazione dipende dall’agricoltura, soffre particolarmente la crisi climatica. Il ciclone Freddy si aggiunge ad altre crisi, tra cui l’inflazione dei prezzi del cibo (i prezzi del mais sono triplicati in un anno) e la peggiore epidemia di colera degli ultimi decenni. Negli ultimi sette anni si sono verificati cinque importanti eventi meteorologici estremi, tra siccità e inondazioni.
🎥▶ Here’s a snapshot of some of the damage #CycloneFreddy🌀 has caused in #Malawi. With thousands of people affected, a joint response is urgently needed to avoid further catastrophe pic.twitter.com/16ZcnX6QyL
— WFP Malawi (@WFP_Malawi) March 17, 2023
I Paesi in via di sviluppo soffrono particolarmente le conseguenze della crisi climatica
In media ogni anno 189 milioni di persone vengono colpite da eventi climatici estremi nei Paesi in via di sviluppo. È l’allarme lanciato a ottobre in un nuovo rapporto diffuso dalla Loss and Damage Collaboration, costituito da 100 ricercatori, attivisti e decisori politici da tutto il mondo.
L’Africa – secondo i dati dell’African Development Bank – sta perdendo tra il 5 e il 15% di Pil pro-capite all’anno a causa dei cambiamenti climatici, pur essendo responsabile di meno del 4% delle emissioni inquinanti a livello globale.