Più di 3.000 persone sono morte o scomparse nel 2021 mentre cercavano di raggiungere l’Europa attraversando il Mediterraneo centrale e occidentale e l’Atlantico.
Nel 2021, 1.924 persone sono state segnalate come morte o disperse sulle rotte del Mediterraneo centrale e occidentale, mentre altre 1.153 sulla rotta marittima dell’Africa nord-occidentale verso le isole Canarie.
Il numero di morti segnalati nel 2020 era di 1.544 per le due rotte. Allarma inoltre il dato di altre 478 persone morte o scomparse in mare dall’inizio del 2022.
È quanto contenuto in un nuovo rapporto pubblicato dall’UNHCR, l’Agenzia ONU per i rifugiati, che chiede un sostegno urgente per prevenire le morti e proteggere i rifugiati e i richiedenti asilo che si imbarcano in viaggi pericolosi via terra e via mare.
La maggior parte delle traversate in mare sono avvenute su gommoni sovraccarichi ed instabili, molti dei quali si sono rovesciati o sgonfiati, causando la perdita di vite umane. Il viaggio in mare dagli stati costieri dell’Africa occidentale come il Senegal e la Mauritania alle isole Canarie è lungo e pericoloso e può richiedere fino a 10 giorni. In queste acque, molte imbarcazioni sono andate alla deriva o sono scomparse senza lasciare traccia.
Anche le rotte terrestri continuano ad essere molto pericolose. Fra le testimonianze di abusi riportati dalle persone che viaggiano su queste rotte ci sono: uccisioni extragiudiziali, detenzione illegale e arbitraria, violenza sessuale e di genere, lavoro forzato, schiavitù, matrimonio forzato e altre gravi violazioni dei diritti umani.
La pandemia di COVID-19 e le relative chiusure delle frontiere che sono continuate nel 2021 hanno anche avuto un impatto sui movimenti verso il Nord Africa e i paesi costieri europei, con molti rifugiati e migranti disperati che si rivolgono ai trafficanti per facilitare questi viaggi pericolosi.
L’appello di UNHCR ai 25 paesi
L’UNHCR chiede sostegno per aiutare a fornire alternative significative a questi pericolosi viaggi e impedire che le persone diventino vittime dei trafficanti. L’approccio richiede maggiore assistenza umanitaria, sostegno e soluzioni per le persone che hanno bisogno di protezione internazionale e per le persone sopravvissute a gravi abusi dei diritti umani.
L’appello riguarda circa 25 paesi in quattro diverse regioni collegate dalle stesse rotte terrestri e marittime utilizzate da migranti, richiedenti asilo e rifugiati. Include paesi di origine, partenza, primo asilo, transito e paesi di destinazione.
Nello stesso tempo, l’organizzazione esorta gli Stati a impegnarsi a rafforzare l’azione umanitaria, di sviluppo e di pace per affrontare le sfide di protezione e la ricerca di soluzioni.