Nel mondo, 2 miliardi di persone non hanno acqua sicura da bere e 3,6 miliardi di persone – quasi la metà della popolazione mondiale – utilizza servizi igienici che lasciano i rifiuti umani non trattati. Milioni di bambini e famiglie non hanno servizi idrici e igienici adeguati, fra cui il sapone per lavare le mani. Le conseguenze spesso possono essere letali.
Ogni anno almeno 1,4 milioni di persone – molte delle quali bambini – muoiono per cause prevenibili legate ad acqua non sicura e scarsi servizi igienici. Adesso, per esempio, il colera si sta diffondendo in paesi che non avevano avuto epidemie da decenni. Lo dicono l’Unicef e l’Oms, che in occasione della storica Conferenza delle Nazioni Unite sull’Acqua, chiedono a tutte le nazioni di accelerare radicalmente le azioni per rendere i servizi idrici e igienici una realtà per tutti.
Inoltre, l’acqua non sicura e i servizi igienici scarsi sono le cause principali della malnutrizione.
La situazione in Nigeria
Secondo una nuova analisi dell’UNICEF, 78 milioni di bambini in Nigeria sono i più esposti al rischio di una convergenza di tre minacce legate all’acqua: acqua, servizi igienici inadeguati, malattie correlate e rischi climatici.
In Nigeria, un terzo dei bambini non ha accesso nemmeno all’acqua di base a casa e due terzi non dispongono di servizi igienici di base. Anche l’igiene delle mani è limitata: tre quarti dei bambini non possono lavarsi le mani per mancanza di acqua e sapone a casa. Di conseguenza, la Nigeria è uno dei 10 Paesi con il maggior carico di decessi di bambini a causa di malattie dovute all’inadeguatezza dei servizi idrici e igienici, come le malattie diarroiche.
La Nigeria è anche al secondo posto su 163 Paesi a livello globale con il più alto rischio di esposizione alle minacce climatiche e ambientali. I livelli delle acque sotterranee si sono abbassate, di conseguenza molte comunità sono costrette a scavare pozzi profondi il doppio rispetto a un decennio fa. Allo stesso tempo, le precipitazioni sono diventate più irregolari e intense, portando a inondazioni che contaminano le scarse riserve idriche.
La situazione in Pakistan
A distanza di sei mesi dalle inondazioni che hanno colpito il Pakistan oltre 10 milioni di persone, compresi i bambini, vivono in aree colpite dalle inondazioni senza acqua sicura da bere, lasciando le famiglie senza alternative a parte quella di bere e utilizzare acqua potenzialmente contaminata.
Prima delle alluvioni, nonostante il sistema di approvvigionamento di acqua potabile del Paese coprisse il 92% della popolazione, solo il 36% dell’acqua era considerato sicuro per il consumo. Le inondazioni hanno danneggiato la maggior parte dei sistemi idrici nelle aree colpite, costringendo più di 5,4 milioni di persone, tra cui 2,5 milioni di bambini, a dipendere esclusivamente dall’acqua contaminata di stagni e pozzi.
Fonte: Unicef
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