Mercoledì 31 marzo il governatore di New York, Andrew Cuomo, ha firmato la legge che legalizza la cannabis per uso adulto.
#BREAKING: I just signed legislation legalizing adult-use cannabis.
The bill creates automatic expungement of previous marijuana convictions that would now be legal.
This is a historic day.
I thank the Leader and Speaker and the tireless advocacy of so many.
— Andrew Cuomo (@NYGovCuomo) March 31, 2021
La legge istituisce l’Office of Cannabis Management per regolamentare la cannabis per uso medico, adulto, per possesso personale e coltivazione domestica.
Per quanto riguarda quest’ultimo, la legislazione prevede che gli adulti almeno di 21 anni possono avere fino a 3 once di cannabis (circa 85 grammi) e coltivare fino a 6 piante al massimo per famiglia.
Secondo l’ufficio del governatore, lo sviluppo dell’industria della cannabis nello Stato di New York potrebbe avere anche un importante potenziale economico. Infatti si stima un gettito fiscale di circa 350 milioni di dollari all’anno e dai 30.000 a 60.000 nuovi posti di lavoro in tutto lo stato.
Da un punto di vista legale, sarà rivisto anche il quadro per evitare criminalizzazioni, cancellando automaticamente le precedenti condanne per detenzione di marijuana.
NY’s adult-use cannabis program will use tax revenue to invest in communities that have disproportionally suffered under failed marijuana prohibition.
Get the details on New York’s adult-use cannabis legislation: https://t.co/cHShOIEkou pic.twitter.com/42XSuAmh9G
— Andrew Cuomo (@NYGovCuomo) March 31, 2021
La legalizzazione della cannabis è il risultato di anni di lavoro. Nel 2018 uno studio condotto dal Dipartimento della Salute, sotto la direzione del Governatore Cuomo, ha dimostrato che gli impatti positivi della legalizzazione della cannabis per uso adulto superano di gran lunga gli negativi. Inoltre, si è arrivati a conclusione che dopo decenni di proibizione della cannabis non si è riusciti a raggiungere gli obiettivi di salute e sicurezza pubblica, ma anzi, hanno portato ad arresti e condanne ingiusti, in particolare nelle comunità di colore.
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Annalisa Catapano