Il 13 gennaio nell’aula bunker di Lamezia Terme è iniziato il maxi-processo, “Rinascita Scott“, contro la ndrangheta vibonese.
Si tratta di una delle più grandi operazioni contro la mafia mai condotte in Italia, dopo il maxi-processo di “Cosa Nostra” dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Per la prima volta la Calabria, terra martoriata e ferita dalla mafia, è diventata il luogo della risposta dello Stato e della rinascita, come prende il nome lo stesso processo in corso.
Il Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri all’arrivo presso l’aula bunker ha dichiarato: ” E’ importante che il processo si celebri in Calabria dove è avvenuta, secondo il nostro punto di vista, la commissione dei reati. E’ un segnale perchè la gente deve capire che si può fidare di noi“.
Per l’occasione era presente anche il presidente della commissione antimafia, Nicola Morra.
IL GIORNO DELLA CALABRIA
Eccoci qui nell’aula bunker di Lamezia dove sta iniziando la prima udienza del processo “…
Pubblicato da Nicola Morra su Mercoledì 13 gennaio 2021
L’inchiesta “Rinascita Scott”
L’inchiesta del Procura anti mafia, diretta da Nicola Gratteri, è diventata nota con il blitz del 19 dicembre 2019, quando scattarono centinaia di arresti in tutta Italia. Le indagini portarono ad una serie di rapporti tra la potente cosca dei Mancuso e il mondo politico, imprenditoriale con segmenti di massoneria. La maxi operazione si estese anche in altre regioni: Puglia, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Sicilia, Campania e Basilicata. Altri indagati furono intercettati anche in Svizzera, Germania e Bulgaria.
Il maxi-processo
Sono 325 gli imputati accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, narcotraffico, detezione di armi, rapina, usura, danneggiamenti, tentati omicidi, concorso esterno di associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni.
Gli altri 91 imputati saranno processati con rito abbreviato il prossimo 27 gennaio, mentre un terzo troncone che riguarda cinque omicidi si aprirà il 10 febbraio dinanzi alla Corte d’Assise di Catanzaro. Le parti offese individuate dalla Procura distrettuale sono 224, ma meno di 30 si sono costituiti parti civili e tra loro figurano diversi Comuni del vibonese.
Immagine di copertina www.ilvibonese.it